C’è chi la guarda col dito puntato e chi col dito sul telecomando. La televisione ''trash'', quel caleidoscopio di cuori spezzati, triangoli amorosi e acconciature contro ogni legge della termodinamica, conquista l’Italia intera — anche se, ufficialmente, nessuno la guarda. Anzi, la si stigmatizza, la si disapprova, la si seppellisce sotto coltri di giudizi morali. Ma poi… zac! Il dato d’ascolto la sbugiarda.
Chi è senza peccato scagli il primo telecomando
Un'indagine pubblicata da Libero, su dati OmnicomMediaGroup, ci offre uno squarcio su questa nazione di guardoni pudichi: sono almeno tre milioni gli italiani che si abbandonano a questi format ''di puro intrattenimento'', salvo poi giurare in pubblico che loro, semmai, solo documentari sulla migrazione dei merluzzi artici. Naturalmente.
Ma chi sono costoro? Pare — e qui il lettore tenga ben saldo il monocolo — che tra i più fedeli estimatori vi siano docenti universitari, manager, avvocati e professionisti in doppio petto, quelli che in conferenza citano Kant e poi, a casa, si commuovono davanti all’ottocentesima replica di Uomini e Donne. Il celeberrimo programma di Maria De Filippi, che troneggia in cima alla classifica dei format ''più visti ma mai ammessi'', vanta infatti uno share invisibile, ma solidissimo: il 35% dei suoi fedeli seguaci dichiara che, no, non ne parlerebbe mai pubblicamente. Loro leggono Foucault.
Ma solo dopo la pubblicità.... Al secondo posto troviamo Tradimento, l'epopea turca dell’amore strappalacrime che fa impallidire perfino Cime tempestose. Serie temporaneamente sospesa, tornerà a settembre, come una vendetta preannunciata. Il 28% dei suoi spettatori, con la mano sul cuore e la VPN attiva, dichiara che non direbbe mai di seguirla. Eppure, le lacrime sui cuscini parlano.
Terzo gradino del podio per Endless Love, il cui nome è già tutto un programma. Letteralmente. Il serial turco ha sedotto 2.764.000 spettatori nell’ultima puntata, tra cui una quantità non irrilevante di laureati e giovani intellettuali digitalizzati. La percentuale di quelli che non lo ammettono? Uno su quattro. Il resto mente anche al confessore. E poi c’è lei: Beautiful. L’immortale, l’eterna, la Fenice delle soap che non muore (e probabilmente non morirà) mai. 9.200 puntate in quasi 35 anni di presenza ininterrotta sulle nostre reti.
Con una media di oltre due milioni di telespettatori, Beautiful è la prova che, in Italia, si possono cambiare governi, valute, epoche geologiche, ma non la fascia oraria di Ridge Forrester. Il 19% degli spettatori, per lo più donne, nega con veemenza: ''Io? No, figurati!''. Ma poi cita a memoria le battute del triangolo Ridge-Brooke-Taylor. Segue Terra amara, altro dramma turco che — per ironia della sorte — ha trovato terreno fertile tra insegnanti, dirigenti d’azienda e avvocati civilisti.
Ha superato i 3 milioni di spettatori e il 20% di share. Ma solo uno su sei ammette la colpa. Come a dire: lo guardo, ma solo perché è un importante studio etnografico sulla femminilità rurale anatolica. Sesta posizione per quel laboratorio sociologico noto come Temptation Island, dove coppie in crisi vengono spedite su un'isola a flirtare per scoprire se l’amore vero resiste… all’abbronzatura. Share medio del 29%, oltre tre milioni di spettatori a puntata, e 15% di pubblico che lo segue con il volume basso e le finestre chiuse. Non si sa mai passi il vicino. A chi sostiene che solo Mediaset detiene il monopolio del piacere proibito, la RAI risponde con Il Paradiso delle signore, settima in classifica e regina del pomeriggio col suo 20% di share.
Serie di ambientazione anni '50, elegante e patinata quanto basta per far sentire l’intellettuale medio giustificato a guardarla. Eppure, anche qui, il 10% nega tutto. E magari poi scrive una tesi sul ruolo della moda nella costruzione dell’identità postbellica. In fondo alla classifica si fanno largo i dinosauri della tv trash con guizzi di vitalità inaspettata.
Grande Fratello (ottava posizione) e L’isola dei famosi (nona) continuano a racimolare oltre 2 milioni di spettatori ciascuno, con rispettivamente 7,5% e 5% di fedeli che però non si firmano. E se qualcuno chiede ''ma tu lo guardi?'', la risposta è sempre la stessa: “Solo le clip su TikTok, eh”. A chiudere la top ten, con la grazia di un elefante in crinolina, La Ruota della Fortuna, tornata in gloria grazie a Gerry Scotti. Ben 3 milioni di telespettatori per un programma dove si gira una ruota e si pronunciano consonanti, eppure il 3% nega fino alla morte: ''Ma figurati, io ascolto solo podcast sugli Stoici''.
Una classifica, questa, che è un affresco meraviglioso, e un po’ grottesco, del nostro inconscio collettivo televisivo. Perché non è solo trash. È una forma di catarsi nazionalpopolare. Come direbbe qualcuno: ''È colpa del montaggio". Ma la verità è che tutti guardiamo qualcosa di cui ci vergogniamo un po’, o che fingiamo di non conoscere. Eppure sappiamo esattamente chi ha lasciato chi nell’ultima puntata, e dove si è trasferito il tronista pentito. Certo, nessuno ve lo ammetterà mai.
Nessun intellettuale, nessun opinionista, nessun politico con la camicia sbottonata e lo sguardo da lettore di Le Monde Diplomatique. Ma intanto, tra un editoriale sul declino dell’Occidente e una diretta Instagram sulla disgregazione del tessuto sociale post-pandemico, sbucano loro: le turche, le repliche, i pianti disperati, le tentazioni balneari. E noi? Noi non vi diremo mai qual è il nostro guilty pleasure. Non lo saprete mai, neanche sotto tortura. Potrebbe essere Terra Amara. Potrebbe essere Temptation Island. Potrebbe essere Beautiful. Potrebbe persino essere tutto, in loop, con sottotitoli accesi. Perché, in fondo, chi è senza peccato scagli il primo telecomando.