In seguito alla revisione dei 6200 programmi umanitari attivi in 120 Paesi di Usaid, gli Stati Uniti hanno deciso di eliminarne l'83%. La decisione è stata annunciata da Marco Rubio, incaricato dal presidente Trump di dirigere l'Agenzia, ora alle dipendenze del Dipartimento di Stato, il ministero degli Esteri americano.
I tagli a Usaid mettono a rischio vita e istruzione delle donne afghane all'estero
Rubio ha giustificato il taglio con la necessità di allineare la spesa pubblica con la strategia "America First" del presidente Trump. Tra gli effetti di questa decisione, oltre 80 donne afghane fuggite dal regime talebano per studiare in Oman affermano di essere ora a rischio di imminente deportazione in Afghanistan a causa dell’annullamento della loro borsa di studio.
Una situazione, segnalata inizialmente alla BBC e in seguito approfondita da NBC, secondo cui alla fine del mese scorso le studentesse hanno ricevuto un'e-mail che le informava dell’interruzione del programma di borse di studio gestito dall'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale presso il Middle East College dell'Oman, e così altre migliaia di iniziative per gli aiuti esteri.
In una lettera ai gruppi umanitari, le donne afghane chiedono un aiuto urgente per consentire loro di continuare gli studi all'estero ed evitare di tornare in un Paese in cui, a loro dire, andranno incontro a persecuzioni e rischi mortali: "La situazione è catastrofica - si legge nella lettera -. Essere rimandate in Afghanistan significherebbe la perdita permanente della nostra istruzione e l'esposizione a gravi rischi, tra cui oppressione, insicurezza e un futuro senza opportunità. Questa è una situazione di vita o di morte per molti di noi".
Le studentesse stavano conseguendo corsi di laurea triennale e specialistica in Oman nell'ambito del Women's Scholarship Endowment, programma lanciato da Usaid nel 2019 con una dotazione di 50 milioni di dollari, afferma Brian Le, vicedirettore legislativo di With Honor, un gruppo no-profit che lavora con veterani del Congresso di entrambi i partiti su iniziative bipartisan.
Gli interessi della dotazione hanno coperto il costo del programma, amministrato da USAID, senza richiedere ulteriori finanziamenti annuali dal governo degli Stati Uniti: "Per favore, non lasciate che i nostri sogni vengano infranti e che i talebani decidano il nostro destino. Abbiamo combattuto duramente, non vivremo più se dovremo tornare in Afghanistan", prosegue la lettera. Da quando sono tornati al potere nel 2021 in seguito al ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan, i talebani hanno di nuovo imposto restrizioni draconiane alle donne, tra cui il divieto di accesso alla scuola secondaria e all'istruzione superiore, il divieto di svolgere la maggior parte degli impieghi e la limitazione della loro libertà di parola e di movimento.
Nel frattempo, le organizzazioni non profit stanno discutendo con il governo dell'Oman per cercare di risolvere la situazione: "Stiamo cercando di evitare il loro ritorno in Afghanistan, che equivarrebbe funzionalmente a una condanna a morte per queste donne, aiutate dagli Stati Uniti a perseguire opportunità di istruzione superiore", ha affermato Le, sottolineando che pare siano stati tagliati i finanziamenti per le borse di studio a più di 120 afghani.
La misura che azzera i fondi Usaid è stata duramente criticata anche in patria: Seth Moulton, rappresentante democratico del Massachusetts, ha dichiarato che l'eliminazione del programma di borse di studio è stata "vergognosa" e ha invitato l'amministrazione Trump a cambiare rotta: "L'amministrazione Trump pensa che sia politicamente vantaggioso demonizzare Usaid, ma gli americani devono rendersi conto che dietro i contratti annullati e i licenziamenti di massa ci sono vite innocenti ora messe a rischio", ha scritto in una e-mail. "In questo caso, queste giovani donne brillanti, con il mondo a portata di mano, potrebbero ricevere l’equivalente di una condanna a morte nel giro di pochi giorni per aver fatto affidamento su una borsa di studio finanziata dagli Stati Uniti".