Diversi giocatori dei Philadelphia Eagles, la squadra che ha vinto il Super Bowl, la partita che assegna la vittoria nel campionato di football americano, non hanno partecipato ai tradizionale festeggiamenti alla Casa Bianca, con Donald Trump a fare da padrone di casa. Tra gli assenti spiccava il quarterback, Jalen Hurts, decisivo per la vittoria sui Kansas City Chiefs, tanto da essere premiato con il trofeo riservato all'mvp, cioè al migliore giocatore dell'incontro.
Il presidente Trump snobbato da molti dei vincitori del Super Bowl
Sin dagli anni di Reagan (1981-1989), è tradizione oltreoceano che i club vincitori di importanti competizioni festeggino il loro titolo incontrando il Presidente degli Stati Uniti a Washington. Ma durante il primo mandato del leader del movimento MAGA (Make America Great Again) nello Studio Ovale, molti di loro hanno infranto la regola, tra cui la franchigia di football americano della Pennsylvania nel 2018. Era un modo per opporsi alle politiche perseguite dalla sua amministrazione.
Tra gli assenti ieri c'erano AJ Brown, DeVonta Smith, Jalen Carter, Jordan Davis e Brandon Graham, oltre a Jalen Hurts. La cui assenza, peraltro, non è stata una sorpresa, avendolo fatto capire già in occasione di un recente evento.
La libertà di scelta dei giocatori e il ruolo del proprietario Jeffrey Lurie
Ad aprile, il proprietario della squadra Jeffrey Lurie ha insistito sul fatto che non avrebbe costretto i suoi giocatori ad andare alla Casa Bianca. "Se vuoi divertirti, vieni, ci divertiremo. Se non vuoi, è completamente facoltativo ", ha detto.
Il running back Saquon Barkley era presente alla Casa Bianca ed è stato bersaglio di dure critiche sui social media. Il motivo era una partita a golf giocata nel fine settimana con Donald Trump, sul campo del miliardario a Bedminster, nel New Jersey, prima di volare con lui a Washington, prima della visita degli Eagles, un viaggio sull'Air Force One che il giocatore "ha adorato", secondo il presidente degli Stati Uniti.
Saquon Barkley ha risposto alle critiche rivoltegli riguardo a X, ricordando che "non molto tempo fa" aveva anche camminato sui fairway con l'ex leader democratico Barack Obama.
Da quando è tornato in carica il 20 gennaio, Donald Trump ha ordinato la fine dei programmi di diversità, equità e inclusione a tutti i livelli della società americana, ha intensificato gli attacchi contro le persone transgender, ha diffamato gli immigrati e ha iniziato a smantellare le agenzie federali, con poca o nessuna reazione da parte di coloro che sono coinvolti nel mondo dello sport.