Parlare di ingerenza negli affari interni del Brasile, quando Trump annuncia dazi del 50% perché il suo ''grande amico'' Jair Bolsonaro è sotto processo per un tentativo di colpo di Stato nel 2022, dà l'esatta misura di come ormai la Casa Bianca usi l'arma del ricatto economico per condizionare la politica di altri Stati che, come ha fatto il brasiliano Lula, rivendicano la loro sovranità.
Trump piega la politica commerciale Usa per difendere i suoi amici stranieri, come Bolsonaro
Lula, non appena Trump ha illustrato il suo singolare modo di intendere i rapporti tra due Stati sovrani, ha replicato dicendo che il Brasile risponderà con reciprocità alla tariffa del 50% sulle esportazioni, grazie anche ad una recente normativa adottata dal Parlamento federale di Brasilia che autorizza il governo a prendere contromisure proporzionali.
Trump non ha nemmeno fatto finta di avere trovare una motivazione commerciale alle sue decisioni, dicendo chiaramente che i dazi enormi sulle importazioni brasiliane a partire dal primo agosto (rispetto al 10% adottato in aprile), sono state decise per l’attuale procedimento giudiziario nei confronti dell’ex presidente del Paese, Jair Bolsonaro e anche per “relazioni commerciali molto ingiuste” tra i due Paesi.
La lettera al Brasile segue il canovaccio di quelle già spedite ad altri Paesi, ma va oltre nel momento in cui impone una nuova aliquota fiscale sulle importazioni negli Stati Uniti esplicitamente come punizione per un affari interni, politici e di giustizia, che Trump non gradisce.
“Il Brasile è un Paese sovrano con istituzioni indipendenti che non accetteranno di farsi impartire lezioni da nessuno”, ha scritto da Silva, secondo la traduzione del suo post sui social media.
L'annuncio di Trump ha immediatamente avuto riflessi su valore della moneta brasiliana, il real, che ha perso oltre il 2% rispetto al dollaro statunitense.
Trump ha definito la situazione di Bolsonaro “una vergogna internazionale” nella lettera, condivisa pubblicamente in un post su Truth Social, parlando di quello al suo amico come di una “caccia alle streghe”, riecheggiando il linguaggio usato per descrivere le molteplici indagini penali che ha affrontato prima di vincere le elezioni presidenziali statunitensi del 2024.
Trump è andato oltre, parlando di ''attacchi insidiosi del Brasile alle libere elezioni e ai fondamentali diritti di libertà di parola degli americani”, riferendosi apparentemente alla recente sentenza della Corte Suprema brasiliana che potrebbe ritenere le piattaforme dei social media responsabili dei contenuti dei propri utenti.
Anche se Trump ha affermato che le politiche commerciali del Brasile hanno causato “deficit commerciali insostenibili nei confronti degli Stati Uniti”, secondo l’ Ufficio del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti , gli Stati Uniti hanno un surplus commerciale nei confronti del Brasile, che nel 2024 ha raggiunto i 7,4 miliardi di dollari.
Numeri che il presidente brasiliano ha usato per smentire le accuse di Trump di un deficit commerciale.
“Vi prego di comprendere che la percentuale del 50% è di gran lunga inferiore a quella necessaria per garantire la parità di condizioni che dobbiamo avere con il vostro Paese”, ha scritto Trump. “Ed è necessario per porre rimedio alle gravi ingiustizie dell’attuale regime”.
Al di là delle motivazioni commerciali, che Trump sostiene siano alla vera base della sua iniziativa contro il Brasile, quanto è accaduto dà una dimensione nuova alle strategie politiche del presidente degli Stati Uniti che mostra di non avere alcuna remora nell'usare le armi in suo possesso (come quello di colpire al cuore l'economia di un altro Paese) per ottenere i risultati politici che più sono funzionali al suo disegno di una nuova architettura politica globale.
Oggi è toccato al Brasile. Domani a quale Paese che magari oserà mandare a processo qualche compagno di golf del presidente?