Trumpeide

Muro? Troppo mainstream. Ora ci sono gli alligatori

Redazione
 
Muro? Troppo mainstream. Ora ci sono gli alligatori

“In America lo sai che i coccodrilli vengon fuori dalla doccia?”, cantava Samuele Bersani con quel misto di ironia e disincanto che ora sembra la colonna sonora perfetta per la nuova trovata dell’amministrazione Trump. Solo che qui i coccodrilli non escono dalla doccia: fanno la ronda attorno a un carcere.

Muro? Troppo mainstream. Ora ci sono gli alligatori

Benvenuti a Alligator Alcatraz, la nuova frontiera della dissuasione migratoria made in MAGA. Un centro di detenzione per migranti immerso nel cuore delle Everglades, costruito in appena otto giorni come se fosse un outlet, ma con meno comfort e più fango. E rettili. E serpenti. E DeSantis. L’idea è semplice, anche se qualcuno potrebbe usare il termine “medievale”: piazzare un mega-carcere (pardon, “centro di transito”) in mezzo a una palude infestata da alligatori per scoraggiare gli arrivi irregolari.

A firmare il progetto, il governatore della Florida Ron DeSantis — noto per i suoi modi sobri e moderati come un happy hour in un poligono — con la benedizione di Donald Trump in persona, che ha voluto visitare la struttura e trasformarla in un evento mediatico in stile “Jurassic Park incontra Guantanamo”. “Più dura della vecchia Alcatraz,” ha detto il presidente, come se stesse recensendo un film d’azione anni ’90. Poi, in un raro momento di educazione ambientale, ha dispensato consigli su come fuggire agli alligatori: “Dovete correre a zigzag, così aumentate le chance di sopravvivenza dell’1%.” Il resto lo fa il karma.

Sorto su una vecchia pista per jet, abbandonata da decenni e ora riconvertita in struttura ad alta sicurezza tra zanzare e umidità “Alligator Alcatraz” nasce per ospitare fino a 5.000 migranti, in attesa di espulsione o, come suggerisce la portavoce del DHS, “autoespulsione preventiva”. Un termine che ricorda più una minaccia velata che una misura di sicurezza nazionale.

Secondo Kristi Noem, segretaria alla Sicurezza Interna (in foto), questo centro fa parte del piano per raddoppiare i posti letto per migranti detenuti, portandoli a quota 100mila. L’obiettivo è sostenere un ritmo da catena di montaggio: fino a 3.000 arresti al giorno da parte dell’ICE. Altro che accoglienza: qui siamo al Tetris con i corpi. La struttura, naturalmente, è dotata di tende climatizzate, container con aria condizionata e sistemi anti-uragano, non si sa mai, potrebbe arrivare un ciclone a interrompere lo spettacolo.

Il tutto al modico costo di 450 milioni di dollari l’anno, con la Florida che spera di ottenere rimborsi dalla FEMA, l’agenzia per le emergenze, perché evidentemente questa è considerata una catastrofe naturale. Per alcuni, lo è davvero. Ovviamente, c’è chi non applaude. Gli ambientalisti denunciano l’oltraggio alla biodiversità delle Everglades, già compromesse da decenni di speculazione.

Le comunità native protestano per la violazione di un’area considerata sacra. Ma si sa, nella guerra trumpiana contro i migranti, il rispetto per la natura e per la storia ha la stessa priorità di una dieta vegetariana al McDonald’s. Poi ci sono gli esperti di fauna locale, come il biologo James Fourqurean della Florida International University, che prova a smentire la retorica hollywoodiana: “Gli alligatori non attaccano l’uomo a meno che non gli cammini sopra.” Ma che importa? La narrativa dei “coccodrilli-carcerieri” funziona. Fa presa. Fa click. Fa meme.

E infatti lo staff presidenziale ci ha marciato su: la portavoce Karoline Leavitt ha pubblicato selfie in posa davanti alle recinzioni, mentre su TikTok impazzano i video — chiaramente generati con IA — che mostrano alligatori in divisa ICE che danzano sulle note di “Ice Ice Baby”. Manca solo un’alligatore con il cappellino “Make America Great Again” e il quadro è completo. Ma il vero punto è che Alligator Alcatraz non è un’eccezione. È un format. Una struttura pensata non solo per rinchiudere corpi, ma per diffondere un messaggio: "Guardate cosa vi aspetta se osate entrare senza documenti."

È la spettacolarizzazione della politica migratoria. Un’installazione permanente della strategia della paura, dove i muri diventano paludi e i poliziotti hanno le squame. E mentre le associazioni per i diritti umani gridano alla disumanità, mentre i biologi lanciano l’allarme, mentre i moderati si interrogano sul prezzo politico, Donald Trump si gode l’effetto: i riflettori, i like, i titoli di giornale. Come se l’America, quella dei coccodrilli che escono dalla doccia, fosse diventata un parco a tema dove la crudeltà è l’attrazione principale. E l’unico biglietto d’ingresso richiesto è la paura.

  • BPM Milano
  • villa mafalda 300x600
  • Poste Italiane giugno 2025
  • Enel Prima Vera - Rata Vera
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
Muro? Troppo mainstream. Ora ci sono gli alligatori
02/07/2025
Redazione
Muro? Troppo mainstream. Ora ci sono gli alligatori
Trump annuncia intesa per tregua a Gaza, ma resta l’incognita Hamas
02/07/2025
Redazione
Il presidente Donald Trump ha dichiarato martedì che Israele avrebbe «accettato le condizi...
Trump-Musk: nuovo scontro
02/07/2025
Redazione
Trump-Musk: nuovo scontro
Trump rilancia l’economia USA con il “Big Beautiful Bill”, banche entusiaste ma resta il nodo del debito
01/07/2025
Redazione
Trump rilancia l’economia USA con il “Big Beautiful Bill”, banche entusiaste ma resta il n...