La transizione energetica si afferma come una priorità crescente anche in Paesi tradizionalmente legati alle economie fossili, come Azerbaigian e Kazakistan. Questo è quanto emerge dalla ricerca condotta da Fondazione MAIRE - ETS, l’ente del gruppo MAIRE, presentata in occasione della COP29. La seconda edizione dello studio, realizzato in collaborazione con IPSOS, porta il titolo "Climate goals: winning the challenge of climate goals through the creation of skills and competences worldwide. Addendum 1: focus Azerbaijan – Kazakhstan” e aggiunge al panel dei Paesi analizzati proprio Azerbaigian e Kazakistan, ampliando l’indagine a 12 nazioni (Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Cile, Cina, India, Azerbaigian, Kazakistan) attraverso 2.000 interviste condotte con popolazione altamente istruita e opinion leader.
Lo studio, supportato da Nextchem e Tecnimont, società del gruppo MAIRE, evidenzia come la comunità internazionale riconosca sempre più chiaramente che la transizione energetica richiede lo sviluppo di nuove competenze, capaci di generare opportunità economiche e occupazionali. Nonostante i costi percepiti a breve termine, gli intervistati ritengono che il valore a lungo termine della transizione sia fondamentale, sia per la sostenibilità ambientale che per l’economia. Paesi come Azerbaigian e Kazakistan, che si confrontano con sfide significative nel passaggio verso un’economia più sostenibile e circolare, necessitano di investimenti consistenti nella formazione e nello sviluppo delle competenze nei prossimi anni.
In Azerbaigian, il 55% degli intervistati considera la transizione energetica una priorità, un dato superiore al 39% registrato in Kazakistan. Questi numeri riflettono una crescente consapevolezza ambientale e un interesse verso le opportunità economiche offerte dalle energie rinnovabili, delineando un contesto favorevole per iniziative orientate alla sostenibilità. Tuttavia, entrambe le nazioni affrontano la necessità di una radicale riqualificazione della forza lavoro, particolarmente critica in settori energetici tradizionali a rischio di trasformazione.
Le competenze richieste spaziano da conoscenze tecniche a soft skill fondamentali. In Kazakistan, l’attenzione si concentra sulla capacità di analizzare e valutare gli impatti ambientali, in linea con la disponibilità di risorse naturali e infrastrutture energetiche già presenti. In Azerbaigian, invece, il focus è sullo sviluppo di competenze legate a fonti rinnovabili, come l’energia solare ed eolica, per supportare la transizione verso un mix energetico diversificato e sostenibile.
Il problem solving si rivela essenziale in Azerbaigian per affrontare le sfide della transizione energetica con soluzioni innovative. In Kazakistan, invece, il pensiero critico è considerato una competenza chiave per analizzare dati complessi, valutare approcci alternativi e prendere decisioni strategiche.
Investire nel capitale umano emerge come una leva cruciale per Azerbaigian e Kazakistan non solo per contribuire agli obiettivi climatici globali, ma anche per posizionarsi strategicamente in un panorama economico sempre più orientato alla sostenibilità. Fabrizio Di Amato, Presidente di Fondazione MAIRE e del gruppo MAIRE, ha commentato i risultati dello studio sottolineando: “I risultati di questo studio su Azerbaigian e Kazakistan dimostrano che la transizione energetica è possibile in tutte le geografie con un approccio graduale, al quale contribuiscono tutte le soluzioni tecnologiche disponibili, tra cui anche il gas decarbonizzato. Spero che l’impegno della nostra Fondazione acceleri l’adozione di politiche pubbliche per implementare la formazione di competenze indispensabili a sostenere questo cambio di paradigma”.