Esteri

World Media Headlines: sconcerto per il raid israeliano sull’ospedale Nasser a Gaza

Barbara Leone
 
World Media Headlines: sconcerto per il raid israeliano sull’ospedale Nasser a Gaza

In primo piano su tutti i media internazionali il raid israeliano che ieri ha colpito l’ospedale Nasser nel sud della Striscia di Gaza, provocando la morte di almeno 20 persone, tra cui cinque giornalisti. BBC riferisce che il primo attacco è avvenuto intorno alle 10:00 ora locale, innescando un “panico di massa” e scene di caos assoluto, come racconta un medico britannico che lavorava nel reparto di terapia intensiva. Circa dieci minuti dopo, un secondo colpo ha colpito lo stesso edificio mentre il personale stava cercando di evacuare i pazienti.

World Media Headlines: sconcerto per il raid israeliano sull’ospedale Nasser a Gaza

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che il pronto soccorso, il reparto di degenza e l’unità chirurgica sono stati colpiti, mentre il primario Tedros Adhanom Ghebreyesus ha denunciato danni anche alla scala di emergenza. Filmati verificati da BBC e dirette streaming di Al Ghad TV mostrano soccorritori e giornalisti travolti dall’esplosione, con corpi abbandonati e vestiti insanguinati, mentre il medico britannico descrive “scene di incredulità e paura”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’incidente un “tragico incidente”, sostenendo che l’esercito stia conducendo un’indagine approfondita, mentre Haaretz segnala che Israele continua a limitare l’accesso dei media internazionali a Gaza.

Il secondo attacco ha suscitato condanne globali e ha riacceso le proteste in Israele, con manifestanti che bloccano le principali arterie stradali chiedendo la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas. L’Hostages and Missing Families Forum ha chiesto l’intervento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per negoziare un cessate il fuoco e riportare a casa almeno 20 ostaggi ancora vivi. Lucy Williamson e Emir Nader della BBC ricordano che la tattica del “doppio tocco” non è nuova e che ogni attacco aumenta le difficoltà dei giornalisti nel raccontare la guerra.

Sul fronte della diplomazia e della sicurezza regionale, Haaretz riporta che Israele rimarrà “sulla cima del monte Hermon e nella zona demilitarizzata” per proteggere le comunità del Golan e della Galilea e tutelare i drusi in Siria, mentre Sky News Arabia segnala progressi nei negoziati tra Israele e Damasco verso un accordo di sicurezza basato sulla linea di armistizio del 1974, con l’obiettivo di rafforzare la fiducia e aprire la strada a possibili misure di pace.

Intanto, segnala Al Jazeera, il fondo patrimoniale norvegese da 2.000 miliardi di dollari ha disinvestito dal colosso statunitense Caterpillar e da cinque banche israeliane, citando il presunto utilizzo dei prodotti Caterpillar per la distruzione di proprietà palestinesi e il sostegno finanziario degli istituti agli insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme Est. Il fondo ritiene “inaccettabile” il rischio di contributo a gravi violazioni dei diritti umani, mentre la quota in Caterpillar, prima della cessione, era pari a 2,1 miliardi di dollari.

Dall’Australia, CNN riferisce l’espulsione dell’ambasciatore iraniano Ahmad Sadeghi e di tre membri del suo staff dopo che l’agenzia di intelligence ASIO ha collegato l’Iran a due attacchi antisemiti contro un ristorante e una sinagoga. Il primo ministro Anthony Albanese ha definito gli attacchi “atti di aggressione straordinari orchestrati da una nazione straniera” e ha sospeso le operazioni diplomatiche in Iran. L’IRGC iraniano è ora inserito nella lista delle agenzie terroristiche australiane, confermando l’allerta internazionale per il potenziale coinvolgimento di Teheran in operazioni ostili all’estero.

Negli Stati Uniti, Trump ha annunciato il licenziamento della governatrice della Federal Reserve Lisa Cook. Si tratta, sottolinea CNN, del primo caso nella storia centenaria della banca centrale in cui un presidente rimuove un membro del consiglio dei governatori, aprendo un precedente senza precedenti. La lettera pubblicata da Trump sui suoi canali social accusa Cook di frodi sui mutui, un’accusa sollevata inizialmente dal Direttore Federale per le Finanze sull’Edilizia Abitativa, Bill Pulte. Il Dipartimento di Giustizia ha annunciato l’intenzione di indagare sulle accuse, anche se Cook non è formalmente incriminata.

La governatrice, attraverso i suoi legali, ha respinto ogni addebito: “Il presidente Trump ha dichiarato di volermi licenziare ‘per giusta causa’, quando non esiste alcuna giusta causa ai sensi di legge, e non ha alcuna autorità per farlo. Non mi dimetterò. Continuerò a svolgere il mio dovere per aiutare l’economia americana, come ho fatto dal 2022”, ha affermato Cook, sottolineando la portata politica della mossa e la violazione delle norme che regolano la rimozione dei membri della Federal Reserve, che possono essere licenziati solo “per giusta causa”, termine non chiaramente definito nella legislazione.

NBC News sottolinea che l’azione di Trump non è isolata, ma segue una strategia politica che ha già preso di mira figure come il senatore democratico Adam Schiff e il procuratore generale di New York Letitia James, entrambe coinvolte in indagini e cause legali contro l’ex presidente. In particolare, il caso di James riguardava false dichiarazioni sulla ricchezza di Trump, con una sentenza iniziale che le assegnava oltre 300 milioni di dollari, cifra poi aumentata a oltre 500 milioni con gli interessi; Trump ha definito la causa “una frode ai miei danni” e ha presentato ricorso.

Intanto in Francia il primo ministro François Bayrou si appresta a sottoporre all’Assemblea nazionale il voto di fiducia l’8 settembre, un appuntamento che, come segnala Figaro, arriva quattordici mesi dopo lo scioglimento deciso dall’ex presidente Emmanuel Macron. La mossa del governo si colloca in un contesto di forte pressione sul bilancio e di crescenti tensioni sociali: il movimento “Block Everything” ha già annunciato manifestazioni per il 10 settembre, mentre i cittadini continuano a discutere sulla gestione del debito pubblico e sulle misure economiche necessarie per garantire la ripresa. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Éric Lombard, ha descritto il voto come una “battaglia di convinzioni”, sottolineando la necessità di dialogo per approvare un bilancio di ripresa per il 2026, avvertendo però dei rischi legati alla continua instabilità politica e alle discussioni quotidiane su blocchi o censura, che rischiano di compromettere la stabilità economica. Lombard ha anche espresso preoccupazione per i tassi di interesse francesi, ormai vicini a quelli italiani, affermando che “tra due settimane pagheremo il nostro debito più degli italiani”, e ha ribadito la responsabilità del governo nel prevenire una crisi, sottolineando l’importanza di uno sforzo collettivo e condiviso.

Sul fronte della Banca di Francia, il governatore François Villeroy de Galhau ha ricordato in un’intervista a Sud Ouest che “non potremo uscire da questa difficile situazione senza uno sforzo” e che tale impegno deve essere equo e condiviso tra cittadini e istituzioni. Villeroy de Galhau ha evitato di commentare direttamente il voto di fiducia o le manifestazioni annunciate, chiarendo che la banca centrale deve limitarsi a richiamare la realtà economica e le conseguenze delle decisioni politiche sul debito e sulla stabilità finanziaria.

Bloomberg segnala che la tensione politica ha già avuto effetti sui mercati: gli asset francesi hanno registrato un calo per il secondo giorno consecutivo, mentre gli investitori spostano l’attenzione su altre opportunità come Ethereum, con Bitcoin che si avvicina ai minimi delle sette settimane. Parallelamente, l’attenzione globale agli sviluppi economici francesi cresce anche alla luce dei rischi geopolitici, delle politiche economiche interne e delle possibili ripercussioni sui mercati europei.

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