Esteri

Putin: "L’Ucraina deve rinunciare al Donbass". Le rivelazioni di Reuters sulle trattative

Barbara Leone
 
Putin: 'L’Ucraina deve rinunciare al Donbass'. Le rivelazioni di Reuters sulle trattative

In primo piano tornano le trattative sulla guerra in Ucraina. Nel resoconto più ampio e dettagliato finora diffuso in Russia sull’offerta avanzata da Putin al recente vertice in Alaska con Trump, Reuters è riuscita a delineare i contorni di ciò che il Cremlino immagina come possibile accordo di pace per porre fine a un conflitto che in oltre due anni ha provocato centinaia di migliaia di morti e feriti.

Putin: "L’Ucraina deve rinunciare al Donbass". Le rivelazioni di Reuters sulle trattative

Secondo fonti vicine a Mosca, il presidente russo avrebbe ammorbidito le richieste territoriali avanzate nel giugno 2024, quando pretendeva la cessione totale delle quattro province che il Cremlino considera parte integrante della Federazione: Donetsk e Luhansk, che formano il Donbass, oltre a Kherson e Zaporizhia nel sud del Paese. Nella sua nuova proposta, Putin avrebbe ribadito l’obbligo per Kiev di ritirarsi completamente dalle aree del Donbass ancora sotto controllo ucraino. In cambio, la Russia congelerebbe l’attuale linea del fronte nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporizhia. Le stime raccolte da fonti statunitensi e da analisi open source indicano che Mosca controlla oggi circa l’88% del Donbass e il 73% delle due province meridionali.

Sempre secondo le stesse fonti, il Cremlino sarebbe persino disposto a restituire piccole porzioni delle regioni ucraine di Kharkiv, Sumy e Dnipropetrovsk, attualmente occupate. Restano però irrinunciabili alcune condizioni politiche e militari: l’abbandono da parte di Kiev di ogni ambizione di ingresso nella NATO, una garanzia giuridicamente vincolante che l’Alleanza atlantica non si espanda ulteriormente a est, limiti all’esercito ucraino e l’impegno che nessuna forza occidentale venga dispiegata sul territorio ucraino, nemmeno sotto forma di missione di pace. Dal ministero degli Esteri ucraino non è arrivata alcuna reazione ufficiale, ma Volodymyr Zelensky ha ribadito con chiarezza la sua opposizione.

“Se parliamo semplicemente di ritirarci da est, non possiamo farlo”, ha dichiarato il presidente. “È una questione di sopravvivenza del nostro Paese, che riguarda le nostre linee difensive più forti”, ha ribadito Zelensky che considera la regione industriale del Donbass una barriera strategica contro l’avanzata russa in profondità. Dall’Europa intanto arrivano moniti in linea con la posizione di Kiev. Alla BBC, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Kaja Kallas, ha messo in guardia contro l’idea di concedere a Mosca le aree già occupate.

“Lasciare che la Russia mantenga quei territori è una trappola in cui Putin vuole farci cadere”, ha affermato la diplomatica estone, sottolineando che la vera garanzia di sicurezza non sta in un trattato, ma in un “forte esercito ucraino”.

Sul fronte mediorientale, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato in un video, citato dalla CNN, l’apertura di colloqui per il rilascio di tutti gli ostaggi e per una possibile fine della guerra a Gaza “a condizioni accettabili per Israele”. Parallelamente, però, ha ribadito che l’esercito intende procedere con i piani per conquistare Gaza City e “sconfiggere definitivamente Hamas”. Secondo le stime israeliane, restano circa 50 ostaggi nella Striscia, di cui almeno 20 in vita. Una contraddizione che riflette la fase cruciale del conflitto.

Intanto, riferisce AP News, le operazioni militari non si fermano: giovedì almeno 36 palestinesi sono stati uccisi dai raid israeliani, tra cui 14 persone in fila per ricevere aiuti umanitari. L’esercito sostiene di colpire solo militanti, ma la popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto, mentre incombe lo spettro di una carestia. A complicare ulteriormente lo scenario, l’Iran ha mostrato i muscoli con una grande esercitazione navale. Come riferito da Haaretz, le forze armate hanno testato missili da crociera Nasir e Qadir nel Golfo di Oman e nell’Oceano Indiano. Un segnale di forza dopo la breve ma devastante guerra con Israele, che aveva messo a dura prova i sistemi difensivi iraniani e colpito siti sensibili, compresi quelli nucleari.

Negli Usa, intanto, la scena politica si accende. In California, il governatore Gavin Newsom ha firmato una legge che ridisegna i distretti congressuali, spostando cinque seggi repubblicani a favore dei democratici. Lo riferisce la CBS, sottolineando che la misura – in risposta al redisegno voluto da Trump in Texas – dovrà essere approvata dagli elettori nel referendum del 4 novembre.

“Hanno sparato il primo colpo, Texas. Noi stiamo solo neutralizzando quanto accaduto”, ha dichiarato Newsom. Sempre in tema di giustizia, NBC riporta che un giudice federale di Miami ha bloccato l’espansione del controverso centro di detenzione per migranti “Alligator Alcatraz” nelle Everglades, imponendo lo stop a nuovi ingressi e ordinando la rimozione di strutture installate senza adeguate valutazioni ambientali. Infine, una decisione della Corte Suprema ha acceso il dibattito sui diritti civili. Come scrive Reuters, con una maggioranza di 5 a 4 i giudici hanno dato il via libera all’amministrazione Trump per procedere ai tagli dei finanziamenti ai National Institutes of Health destinati a ricerche sulle minoranze razziali e sulle persone LGBT. Una scelta che rientra nella stretta sulle iniziative per la diversità e l’inclusione. Tra i dissenzienti, anche il presidente della Corte John Roberts, schieratosi con i giudici progressisti. Sempre Reuters segnala la visita del CEO di Nvidia, Jensen Huang, a Taipei, dove ha incontrato TSMC nel pieno delle tensioni tra Washington e Pechino sui semiconduttori.

Secondo Reuters, l’azienda, leader mondiale nei chip per l’Intelligenza artificiale, starebbe discutendo con gli Stati Uniti la possibilità di sviluppare un nuovo chip specifico per la Cina. Intanto Trump, riferisce ancora Reuters, valuta di destinare due miliardi di dollari del CHIPS Act alla produzione di minerali essenziali, mentre OpenAI annuncia l’apertura del suo primo ufficio in India, a Nuova Delhi. Sul fronte dei mercati, Bloomberg descrive un clima di cautela in attesa del discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell.

Il dollaro si rafforza (+0,1%) grazie a dati positivi sul manifatturiero e ai toni aggressivi dei funzionari Fed, mentre i futures su azioni USA ed europee calano leggermente. Bene invece i listini cinesi (+1,5%), trainati dal comparto tecnologico. L’oro scivola dello 0,2%. Altri indicatori fotografano un mondo economico in rapido mutamento: l’utile semestrale di Gold Fields supera il miliardo di dollari grazie all’impennata dei prezzi; il colosso cinese dei chip AI Cambricon registra un balzo del 20% in Borsa; i bond giapponesi a lunghissimo termine rischiano un crollo a settembre; in Germania cresce l’interesse dei piccoli risparmiatori per le azioni, dopo decenni di prudenza; mentre in Asia l’inasprimento dei dazi di Trump spinge verso nuovi tagli tariffari. Da Pechino, infine, arriva un segnale significativo: il nuovo bond cinese a 30 anni segna il rendimento più alto da dicembre.

  • villa mafalda 300x600
  • Poste Italiane giugno 2025
  • Enel Prima Vera - Rata Vera
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
World Media Headlines - Putin: L’Ucraina deve rinunciare al Donbass
22/08/2025
Barbara Leone
World Media Headlines - Putin: "L’Ucraina deve rinunciare al Donbass"
Usa, la forza dell'immagine: Cracker Barrel cambia il logo e le azioni crollano
22/08/2025
Redazione
Usa, la forza dell'immagine: Cracker Barrel cambia il logo e le azioni crollano
Usa: dai verbali della Fed la conferma dei timori su mercato del lavoro e inflazione
21/08/2025
Redazione
Usa: dai verbali della Fed la conferma dei timori su mercato del lavoro e inflazione
Giusto indignarsi per Gaza, ma sbagliato il modo di protestare
21/08/2025
Redazione
Giusto indignarsi per Gaza, ma sbagliato il modo di protestare