Pensavamo di aver raggiunto il picco della demenza collettiva con il Kylie Jenner Lip Challenge (quello per avere labbra modello calamaro post-mareggiata) e la Tide Pod Challenge (mangiare detersivo, perché Darwin Award is the new black). E invece no: l’estate 2025 ha deciso di sorprenderci con un colpo di classe, partorendo la Sunburn Challenge.
Sunburn Challenge: l’arte di bruciarsi per i like (e di vincere il premio cretineria estate 2025)
In soldoni: una gara a chi si frigge la pelle come una cotoletta di spiaggia, con l’obiettivo di avere linee di abbronzatura nette come tatuaggi. Perché farsi del male gratis è bello, ma farlo per i like è arte contemporanea. Sui social è già un tripudio di corpi a strisce, spalle a blocchi e schiene bicolore, mentre il derma implora pietà. In prima linea c’è Alison, 127mila follower, che sorride davanti alla telecamera mentre la pelle urla “AIUTO” in tutte le lingue conosciute.
Dietro di lei, un plotone di aspiranti influencer e “ragazze normali” convinte che ustionarsi sia il biglietto d’ingresso per il jet set digitale. Peccato che l’unico posto VIP che rischiano di frequentare sia il reparto ustioni. La narrazione è sempre quella: “abbronzatura artistica”, “sun-tattoo”, “body art naturale”.
Tradotto: pelle cotta a puntino, odore di pollo al girarrosto e crema doposole come se piovesse. Alcune, dopo essersi grigliate sotto il sole di mezzogiorno come spiedini in un chiosco romagnolo, postano video in lacrime, con la schiena che pare carta vetrata e il sorriso di chi capisce troppo tardi che l’epic fail non fa engagement.
La cosa più affascinante? Queste stesse persone, se le inviti a una maratona benefica, ti rispondono “no guarda, fa caldo e non voglio sudare”, ma poi si stendono per ore a 40 gradi in spiaggia senza uno straccio di protezione. E tutto per qualche cuoricino digitale da sconosciuti che, spoiler, domani non si ricorderanno neanche il vostro nome utente. Il tutto condito da quella logica da social che ormai è la nuova religione: se non lo posti, non esiste. Quindi vai con le pose plastificate, le didascalie motivazionali tipo No pain, no gain (tradotto: “no cervello, no problemi”) e l’hashtag #SunburnGoals.
La nuova frontiera della creatività: farsi del male con orgoglio. Insomma, se vi state chiedendo qual è il vero trend dell’estate, non è il bikini crochet né il mocktail al cetriolo. È la stupidità integrale, servita fredda (ma cotta al sole), condita da like e accompagnata da un bel filtro Valencia. E nel dubbio, un consiglio non richiesto: fatevi un tatuaggio vero. Costa meno di una settimana di crema post-ustione, dura di più e non vi fa saltare in aria ogni volta che vi appoggiate allo schienale di una sedia. Oppure, ancora meglio, evitate qualunque “challenge” che inizi con “vediamo chi riesce a…”, perché spoiler: finisce sempre con “vediamo chi si rovina di più”. E lì, tranquilli, la classifica la vincete senza rivali.