Attualità

UniCredit: strabismo sul salario di Orcel, troppo alto nonostante i grandi risultati

di Demetrio Rodinò
 
UniCredit: strabismo sul salario di Orcel, troppo alto nonostante i grandi risultati

Tutti sanno tirare quattro calci ad un pallone, ma nessuno ti viene a vedere se fai una partita tra amici. Ma se sei bravo, se riesci a incantare chi ti guarda, allora è giusto chiedere che, per vedere te, che sei un professionista, la gente paghi. E' la metafora della vita o del professionismo, decidete voi. Quindi sorprende leggere che c'è chi, davanti agli enormi risultati della gestione UniCredit di Andrea Orcel, batte le mani e fa la ola, guardando ai dividenti e ai progetti, per poi dire: però, pagarlo tanto non è giusto.

 Argomentazioni del genere ce le si aspetterebbe da chi, perfetto ignorante delle complesse dinamiche della finanza, sente o legge notizie sul fatto che qualcuno, dentro il CdA di UniCredit, ha proposto di aumentare del 15% il salario di Orcel e per questo inorridisce. Ma questa è la logica che può andare bene ovunque, ma non nel mondo della grande finanza, dove se porti risultati degni di essere menzionati devi vedere riconosciuto impegno e capacità

E' una specie di strabismo etico che sembra avere bel altre motivazioni che quella - sbandierata - di trovare, anche in chi comanda, una strada verso la sostenibilità.

Poi, e lo diciamo con la massima considerazione per tutti, a decidere quanto e come pagare qualcuno che sta in cima alla catena alimentare della finanza sono i numeri in nero e la loro ampiezza, non chi viene improvvisamente colto dalla consapevolezza della differenza tra il compenso di un banchiere e lo stipendio di un bancario.

Per questo genera perplessità leggere che il proxy advisor Glass Lewis, dicendosi preoccupato della proposta di aumento del salario di Orcel, in continuità con gli adeguamenti che ne segnano il cammino in UniCredit dal 2021, consiglia agli azionisti ''di votare contro la politica di remunerazione dell'istituto nel corso dell'assemblea del 27 marzo''.

Alla posizione di Glass Lewis, UniCredit non ha risposto, ma, se lo facesse, probabilmente ritirerebbe fuori gli stessi argomenti usati per replicare a critiche simili avanzate dall'altro proxy Iss.

A quest'ultimo, UniCredit aveva solo ricordato ''l'eccezionale performance di UniCredit sia in termini assoluti che relativi rispetto al mercato''. 

Come a dire: in calce ai risultati che abbiamo ottenuto c'è la firma di Andrea Orcel.

Poco, a questo punto, sembra potere valere la considerazione di Glass Lewis sul fatto che ''la remunerazione dell'a.d. appare già palesemente più alta di quella dei capoazienda dei competitori europei'', per una puntualizzazione che dimentica un assunto sostanziale: bisogna paragonare quel che è oggi UniCredit e quello che era nel momento in cui fu chiamato a prenderne le redini Orcel. Il quale, come ogni fuoriclasse, aveva solo l'imbarazzo della scelta sulle proposte che riceveva. E se ha scelto quella di UniCredit è perché le garanzie che gli furono offerte superavano abbondantemente i possibili timori legati ad una banca che faceva molto meno del suo potenziale.

Ma, dopo avere sparato a palle incatenate contro lo stipendio di Orcel, Glass Lewis mette in fila tutto ciò che di positivo l'AD ha fatto, anche l'aumento di capitale finalizzato all'Ops su Banco Bpm, per quella che il proxy ammette essere operazione ''strategicamente convincente''. 

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