In un’epoca in cui la bellezza della natura dovrebbe essere protetta con ogni mezzo, ecco che arriva un’ennesima mossa inquietante del governo a scapito degli animali. A finire nel mirino, nel vero senso della parola, è questa volta un amico fragile, per dirla con De Andrè. Una delle creature più affascinanti e maestose che popolano le nostre montagne: gli stambecchi, nobili signori delle vette alpine, che ora rischiano di trasformarsi in ghiotte prede per i cacciatori. Pochi giorni fa, infatti, un ordine del giorno avanzato dalla Lega è stato approvato dall’Aula della Camera, impegnando il governo a considerare l’inserimento dello stambecco tra le specie cacciabili a fini venatori. Detto in soldoni: si stanno muovendo per dare l’ok alla caccia allo stambecco. E dire che fino a non molto tempo fa, questi splendidi animali erano già sull’orlo dell'estinzione. Nel XIX secolo, infatti, la loro popolazione era stata decimata proprio per colpa della caccia spietata, riducendoli a poche centinaia di esemplari rifugiatisi nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Ci son voluti anni, e sforzi di conservazione mirati, per far sì che gli stambecchi pian piano siano riusciti a ripopolare le nostre montagne, divenendo un simbolo di rinascita e speranza. Ora, questa specie rischia di essere nuovamente minacciata da decisioni politiche miopi e disastrose. Una decisione che, vivaddio, ha suscitato immediata indignazione. Con Angelo Bonelli, ex leader dei Verdi e attuale esponente di AVS (Alleanza Verdi Sinistra), in pole position, che ha manifestato tutto il suo dissenso inscenando una plateale protesta con tanto di cartello con su scritto: “Il governo Meloni è odiatore seriale degli animali”.
Il Governo approva la caccia agli stambecchi ma la specie è a un passo dall'estinzione
Possiamo dargli torto? Anche no! Basti pensare che negli stessi giorni la Regione Lazio, guidata dal centrodestra, ha dato il via libera all’abbattimento dei cinghiali da parte degli agricoltori, partorendo un provvedimento che, al netto delle arcinote problematiche causate dalla “invasione” degli ungulati sempre e comunque figlia dell’umana scelleratezza, di fatto banalizza la vita animale autorizzando chiunque a sparare a queste creature. In sostanza, siamo in modalità far west! Ma non basta. Perché, evidentemente ossessionati dai cinghiali o molto più semplicemente pressati dalle associazioni di categoria (agricoltori and company), sempre ai primi di luglio la Commissione Agricoltura del Senato ha dato l’ok al prosieguo della caccia di selezione al cinghiale fino alla mezzanotte, anche con l’uso di ottiche di mira anche a imaging termico, a infrarossi o intensificatori di luce, con telemetro laser e termocamere. Praticamente sarà impossibile, o quasi, per un cinghiale sfuggire alle doppiette in una lotta crudelmente impari.
Nel caso degli stambecchi, poi, alla crudeltà si aggiunge una visione ottusa ed ignorante della natura. Perché stiamo davvero parlando di animali da fiaba: superbi, di una bellezza unica, semplicemente spettacolari. E fragili, tanto fragili. Che oltretutto, come anzidetto e come evidenziato a gran voce anche dal WWF, l’essere umano già in passato ha portato sull’orlo dell'estinzione proprio per la mania di sparare indiscriminatamente ad ogni animale che respira. Della serie: la storia non ci insegna mai niente! Senza contare che queste meravigliose creature, veri e propri guardiani delle Alpi, già da tempo stanno affrontando la minaccia di un habitat naturale sempre più ostile per via dei cambiamenti climatici causati… Indovinate un po’ da chi? Bingo: sempre da noi! Il che si traduce in un ambiente che, anno dopo anno, si fa per loro inospitale favorendo la diffusione di epidemie e mettendo, quindi, già a rischio la sopravvivenza della specie.
E in tutto questo i capoccioni che fanno? Mettono gli stambecchi tra le specie cacciabili. Ma siete seri? Invece di proteggere e preservare ciò che di più prezioso abbiamo, sembra che si stia facendo di tutto per distruggere ciò che resta della nostra fauna selvatica con un attacco diretto alla nostra, ormai scarna, eredità naturale. Come si fa ad essere così stolti, oltre che crudeli? Stiamo parlando di animali bellissimi, che con le loro maestose corna ricurve danzano agili tra le vette innevate, e che da sempre rappresentano un simbolo di poesia, forza e resistenza. La loro presenza arricchisce le Alpi, offrendo uno spettacolo di bellezza pura e incontaminata. Vederli, fieri e liberi, sui pendii scoscesi, è come assistere a un antico rituale, un inno alla vita selvaggia che risuona tra le rocce e i ghiacciai. La loro eleganza e la loro resilienza sono un poema vivente, una testimonianza della potenza e della grazia della natura. Privarci di questa visione per mere ragioni venatorie sarebbe un crimine contro la natura stessa, e contro tutti noi. Senza contare che se la decisione di permettere la caccia agli stambecchi dovesse diventare realtà, non solo perderemmo un simbolo della nostra biodiversità, ma metteremmo a rischio un delicato equilibrio ecologico. Perché gli stambecchi non sono solo creature affascinanti: sono parte integrante dell'ecosistema alpino, e la loro presenza contribuisce alla salute e alla stabilità dell'ambiente montano. Ecco perché chiediamo a gran voce, e dovrebbero chiederlo tutte le persone di buon senso, che il governo riconsideri questa decisione alla luce delle evidenti conseguenze ecologiche, etiche e morali. Proteggere gli stambecchi significa proteggere una parte essenziale del nostro patrimonio naturale e culturale. Perché gli stambecchi, con la loro grazia e resilienza, rappresentano una parte insostituibile del paesaggio alpino. E quindi italiano, visto che da quelle parti fanno tanto i patrioti! La bellezza e la biodiversità delle nostre montagne non possono essere sacrificate sull'altare degli interessi venatori. Del potere di questa lobby siamo arcistufi! C’hanno tutta sta voglia di sparà? Andassero al poligono, o in una delle tante zone martoriate dalla guerra. Paura, eh? Molto più facile puntare e… booom contro un cerbiatto, una lepre o uno stambecco. Impallinatori micro fallici, questo sono. In una parola: cacciatori.