Esteri

Siria: gli aerei israeliani colpiscono decine di obiettivi, anche nella capitale Damasco

Redazione
 
I media siriani hanno riferito oggi che gli aerei dell'aeronautica israeliana hanno effettuato decine di attacchi in tutto il Paese, compresa la capitale Damasco.
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), che ha sede nel Regno Unito, sono stati effettuati più di 100 attacchi contro obiettivi militari. Tra i siti colpiti, riferiscono i media locali, c'è anche un centro di ricerca sospettato di avere legami con la produzione di armi chimiche.

Da parte sua, Israele dice di volere impedire che le armi finiscano "nelle mani degli estremisti" dopo il rovesciamento del regime di Assad.
Ieri il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito per discutere della situazione nel Paese, annunciando che nei prossimi giorni lavorerà a una dichiarazione.
"Penso che il Consiglio fosse più o meno unito sulla necessità di preservare l'integrità territoriale e l'unità della Siria, di garantire la protezione dei civili e di garantire che gli aiuti umanitari arrivino alla popolazione bisognosa", ha detto ai giornalisti l'ambasciatore russo all'ONU Vassily Nebenzia.

Ieri l'esercito israeliano ha diffuso le foto delle sue truppe che hanno attraversato le alture del Golan, occupate da Israele, per raggiungere la zona cuscinetto demilitarizzata in Siria, dove sono di stanza le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite.
Ciò avviene un giorno dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che l'esercito aveva temporaneamente preso il controllo della cosiddetta Area di Separazione, affermando che l'accordo di disimpegno del 1974 con la Siria era "crollato" con la presa del potere del paese da parte dei ribelli.
Le alture del Golan sono un altopiano roccioso situato a circa 60 km a sud-ovest di Damasco.

Israele ha sottratto il Golan alla Siria nelle fasi finali della Guerra dei sei giorni del 1967 e lo ha annesso unilateralmente nel 1981. La mossa non è stata riconosciuta a livello internazionale, sebbene gli Stati Uniti lo abbiano fatto nel 2019.
Per Israele, l'IDF stava solo adottando "un provvedimento molto limitato e temporaneo" per "ragioni di sicurezza", sostenendo di non avere alcun interesse a intromettersi negli affari interni siriani e che è interessato solo a difendere i propri cittadini.
Nel frattempo, il ministro della Difesa Israel Katz ha affermato che l'esercito israeliano "distruggerà le armi strategiche pesanti", tra cui i sistemi missilistici e di difesa aerea.
Le ultime mosse di Israele arrivano dopo che i ribelli siriani hanno conquistato la capitale, Damasco, e rovesciato il regime di Bashar al-Assad. Lui e suo padre erano al potere nel paese dal 1971.

Oggi il gruppo che capeggia la coalizione che ha rovesciato il regime degli Assad, Hayat Tahrir al-Sham, ha affermato che le nuove autorità pubblicheranno una lista con i "nomi dei funzionari di più alto rango coinvolti nella tortura del popolo siriano". Il gruppo ha anche annunciato che offrirà ricompense in cambio di informazioni su "alti ufficiali dell'esercito e della sicurezza coinvolti in crimini di guerra".
Il premier Netanyahu, definito il crollo del regime di Assad una "giornata storica in Medio Oriente", ha detto che la presenza delle forze armate israeliane nella zona cuscinetto era una "posizione difensiva temporanea finché non si fosse trovata una soluzione adatta".
"Se possiamo stabilire relazioni di vicinato e relazioni pacifiche con le nuove forze emergenti in Siria, questo è il nostro desiderio. Ma se non ci riusciamo, faremo tutto il necessario per difendere lo Stato di Israele e il confine di Israele", ha detto.
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