Salute

Sanità, le “pagelle” del Ministero: solo 13 Regioni promosse. Veneto al top, Puglia guida il Sud

Redazione
 
Sanità, le “pagelle” del Ministero: solo 13 Regioni promosse. Veneto al top, Puglia guida il Sud
Nel 2023 soltanto tredici Regioni italiane hanno garantito i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute analizzati dalla Fondazione GIMBE. Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna si confermano ai vertici, mentre al Sud soltanto Puglia, Campania e Sardegna raggiungono la soglia di adempienza. Otto Regioni peggiorano le proprie performance rispetto al 2022, segnalando una tenuta sempre più fragile del Servizio Sanitario Nazionale.

Sanità, le “pagelle” del Ministero: solo 13 Regioni promosse. Veneto al top, Puglia guida il Sud

La valutazione ministeriale si basa sul Nuovo Sistema di Garanzia, che misura 88 indicatori di qualità e accessibilità delle cure, ma la “pagella” ufficiale ne utilizza 26, suddivisi in tre macro-aree: prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera. Per essere considerata adempiente, ogni Regione deve totalizzare almeno 60 punti in ciascuna area.

«Si tratta della pagella ufficiale dei servizi sanitari regional
i - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE - che certifica quanto la tutela della salute dipenda ancora dalla Regione di residenza. La frattura tra Nord e Sud, purtroppo, resta evidente e in molti casi si amplia».

Veneto è in testa con 288 punti complessivi, seguito da Toscana (286), Emilia-Romagna e Provincia autonoma di Trento (278). In coda, con valori inferiori a 180, Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta.

Al Centro-Sud, la Puglia si distingue con 228 punti, valori paragonabili a quelli di alcune Regioni del Nord, mentre Campania e Sardegna superano di poco la soglia di sufficienza. Risultati che indicano, secondo la Fondazione, un parziale riscatto di alcuni territori meridionali, ma anche la conferma di un dualismo sanitario profondo.

Sul fronte dinamico, il 2023 registra otto Regioni in peggioramento rispetto all’anno precedente, con cali significativi in Lombardia (-14), Basilicata (-19), Lazio (-10) e Sicilia (-11). In controtendenza, Calabria (+41) e Sardegna (+26) migliorano in modo sensibile, mentre Friuli Venezia Giulia, Molise e Valle d’Aosta segnano progressi più contenuti.

Per Cartabellotta, il quadro generale “dimostra che la tenuta del sistema sanitario non è più garantita nemmeno nelle Regioni con maggiori risorse o reputazione di eccellenza. Serve una revisione profonda del sistema di monitoraggio, basata su un numero più ampio di indicatori e su criteri più stringenti”.

La Fondazione GIMBE chiede inoltre una riforma dei piani di rientro e dei commissariamenti, che «hanno aiutato a riequilibrare i bilanci, ma non hanno ridotto i divari territoriali». Il presidente conclude con un appello al Governo e alle Regioni: «Una sanità che funziona solo in ospedale o solo sul territorio non è realmente efficace. È tempo di un patto nazionale per il diritto alla salute, fondato su equità, qualità e trasparenza».
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