La sanità privata continua a rappresentare un pilastro fondamentale nel panorama sanitario italiano, con le famiglie che si fanno carico in prima persona di una porzione significativa delle spese mediche non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. Secondo l’ultimo rapporto elaborato dal Centro Studi Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), la spesa sanitaria sostenuta direttamente dai cittadini supera i 25 miliardi di euro all’anno, ma non si tratta, secondo l’analisi, di una "fuga" dal pubblico.
Sanità, la spesa privata resta alta: oltre 25 miliardi l’anno
Al contrario, si evidenzia una dinamica più articolata. Oltre la metà di questa cifra – precisamente il 54% – è destinata a prestazioni non incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero in quel perimetro di cure garantite dallo Stato. I principali ambiti di spesa riguardano farmaci e dispositivi medici non rimborsabili, che incidono per il 33,5%, seguiti dai trattamenti odontoiatrici (21%).
Queste due voci assorbono da sole oltre il 50% del totale della spesa sanitaria privata. A seguire, vi sono le visite specialistiche, gli esami diagnostici e le terapie riabilitative, spesso accessibili più rapidamente fuori dal perimetro pubblico. Tuttavia, come sottolinea Gabriele Pellissero, presidente dell’Aiop, questa dinamica non può essere letta solo come una reazione alla lentezza del sistema pubblico. "Una quota rilevante della spesa – afferma – dipende da scelte personali, come la volontà di affidarsi a uno specialista di fiducia, o dal ricorso a cure innovative ancora escluse dai LEA". In altre parole, la spesa sanitaria privata in Italia si colloca all’incrocio tra necessità e preferenze, tra carenze sistemiche e domanda consapevole di prestazioni ad alto valore aggiunto.
Guardando alle dinamiche macroeconomiche, emerge un quadro di relativa stabilità. Sebbene in valore assoluto la spesa privata sia aumentata negli ultimi anni, il suo peso sul Prodotto interno lordo rimane costante, attestandosi nel 2024 al di sotto del 2%, il livello più basso degli ultimi quindici anni. Una stabilità che, come spiega lo stesso Pellissero, è direttamente legata al potere d’acquisto delle famiglie: “La spesa cresce quando cresce il Pil – afferma – ed è per questo che il rapporto tra spesa sanitaria privata e Pil si mantiene sostanzialmente invariato nel tempo”.
Nel periodo 2019–2024, la spesa sanitaria pubblica è cresciuta del 20,4%, mentre quella privata è aumentata dell’11,9%. Tuttavia, entrambe le voci hanno registrato un incremento inferiore rispetto alla crescita del Pil, motivo per cui la loro incidenza relativa risulta, oggi, più contenuta rispetto al passato. Il rapporto sottolinea anche come la spesa privata rappresenti stabilmente circa un quarto del totale della spesa sanitaria complessiva, qualificandosi dunque come una componente strutturale e difficilmente comprimibile all’interno dei bilanci familiari. Un ulteriore elemento rilevante che emerge dallo studio Aiop è l’assenza di una correlazione diretta tra aumento della spesa privata e riduzione dei fondi pubblici.
Al contrario, secondo i ricercatori, "la spesa privata non riesce a compensare la progressiva erosione delle garanzie offerte dal sistema sanitario nazionale". In altri termini, il ricorso crescente a prestazioni a pagamento non sostituisce, né può sostituire, il ruolo della sanità pubblica. Non si tratta quindi di una forma di supplenza, ma di una coesistenza ibrida: un modello duale in cui pubblico e privato si intrecciano, senza però sovrapporsi completamente.