La sanità pubblica italiana è in una crisi profonda e la Federazione Cimo-Fesmed, sindacato dei medici, lancia un accorato appello alla politica affinché il settore diventi una "no fly zone": un terreno di confronto e collaborazione reale, lontano dagli scontri partitici e dalla propaganda sterile che non aiutano a risolvere le gravi problematiche del Servizio Sanitario Nazionale.
Sanità, l'appello di Cimo-Fesmed alla politica per una “no fly zone”
In vista della prossima Legge di Bilancio, che vedrà i partiti impegnati in un lavoro intenso, il presidente di Cimo-Fesmed, Guido Quici (in foto), chiede una svolta. "Chiediamo alla maggioranza e all'opposizione di riporre le armi, ammainare le bandierine e lavorare insieme sulla sanità, avendo come unico obiettivo la salute dei pazienti ed il benessere del personale sanitario", ha dichiarato Quici, come riferito da Askanews.
La speranza è di superare il "solito copione" che prevede la presentazione della manovra da parte del Governo, audizioni meramente formali, emendamenti sistematicamente bocciati e, infine, l'approvazione con il voto di fiducia. Se i partiti intendono davvero affrontare la crisi del Servizio Sanitario Nazionale, la strada indicata è chiara: "Lavorino insieme per trovare le risorse sufficienti", ha aggiunto Quici. Un secondo passo, altrettanto cruciale, sarebbe dare vita a una "riforma complessiva del sistema salute".
Questa idea di una "costituente per la sanità", che promuova una collaborazione non ideologica tra tutte le forze politiche, era stata proposta pochi giorni fa da Sergio Harari sulle colonne del Corriere della Sera, e subito accolta dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che intende proporre a tutte le Regioni un "patto di riforma sanitaria".
Il presidente di Cimo-Fesmed ha sottolineato con fermezza come la salute delle persone non debba mai essere oggetto di "giochini e calcoli politici". Quici si dice convinto che una tale presa di responsabilità da parte della politica sarebbe "estremamente apprezzata anche dall'elettorato, sempre più distante e deluso dai partiti". La scuola e la sanità sono, infatti, i nodi più critici dello Stato sociale italiano, e su questi ambiti i cittadini valutano l'efficacia di un Paese.
"Non si può aspettare che i problemi, come quello delle liste d’attesa, si risolvano da soli: dopo aver osservato e analizzato le criticità, bisogna intervenire con risorse e riforme", ha proseguito Quici. Pur riconoscendo la complessità dell'attuale quadro geopolitico, il monito è perentorio: "Per salvare il Servizio sanitario nazionale non c’è più tempo. Occorre agire ora, e farlo con consapevolezza e intelligenza nell’interesse esclusivo della salute della popolazione", conclude.