L'economia russa comincia a rallentare, dopo avere subito l'effetto trainante delle spese militari per alimentare la guerra in Ucraina. Le entrate petrolifere - per effetto delle sanzioni occidentali - sono in calo , il deficit di bilancio è in aumento e la spesa per la difesa si è stabilizzata. Quindi il Cremlino ha bisogno di denaro per mantenere stabili le sue finanze e, per ottenerlo, Putin rivolge la sua attenzione alla gente comune ed alle imprese per drenare risorse.
Russia: economia rallenta e Putin, a caccia di denaro, "spreme" gente comune e imprese
Si prevede che un aumento dell'imposta sul valore aggiunto dal 20% al 22% aggiungerà al bilancio statale fino a 1.000 miliardi di rubli, ovvero circa 12,3 miliardi di dollari. L'aumento è previsto in una legge già in fase di approvazione da parte del parlamento russo e entrerebbe in vigore dal primo gennaio.
Oltre all'aumento dell'aliquota, la legge abbassa la soglia per l'obbligo di riscossione dell'IVA per le imprese a soli 10 milioni di rubli (circa 123.000 dollari) di fatturato annuo, in più fasi entro il 2028. Si tratta di una riduzione rispetto ai 60 milioni di rubli, ovvero 739.000 dollari. Questa modifica mira in parte a contrastare i meccanismi di elusione fiscale in cui le aziende suddividono le proprie attività per aggirare la soglia.
Ma colpirà anche attività precedentemente esenti, come i minimarket e i saloni di bellezza.
Il governo ha anche proposto di aumentare le tasse su alcolici, vino, birra, sigarette e sigarette elettroniche. Ad esempio, la tassa sugli alcolici più forti come la vodka aumenterebbe di 84 rubli al litro di alcol puro, pari a 17 rubli o circa 20 centesimi di dollaro USA per una bottiglia da mezzo litro, ovvero circa il 5% del prezzo minimo di 349 rubli (4,31 dollari). Anche le tasse per il rinnovo della patente di guida o per ottenere una patente internazionale stanno aumentando, e un'importante agevolazione fiscale sulle auto importate è stata eliminata. Il governo sta valutando un'imposta tecnologica sulle apparecchiature digitali, inclusi smartphone e notebook, fino a 5.000 rubli (61,50 dollari) per gli articoli più costosi, ha riportato il sito di notizie Kommersant.
Il rallentamento economico e l'aumento delle tasse sono segnali che Putin e la gente comune russa dovranno affrontare scelte più difficili nei prossimi tra spese militari e benessere dei consumatori, dopo tre anni e mezzo di guerra contro l'Ucraina. L'aumento dell'IVA si aggiunge alle modifiche alla tassa di riciclaggio pagata per l'immatricolazione delle auto, una misura che colpisce principalmente le importazioni costose.
Dal primo dicembre, i privati non potranno più usufruire della tariffa agevolata di 3.400 rubli (42 dollari) sulle auto con più di 160 cavalli, ma dovranno pagare la tariffa commerciale, che può arrivare a centinaia di migliaia di rubli, o migliaia di dollari, per auto.
L'economia russa ha subito una contrazione all'inizio del 2025 e quest'anno è sulla buona strada per una crescita di appena l'1% circa, secondo le stime del governo, dopo essere cresciuta di oltre il 4% nel 2023 e nel 2024. La crescita ha risentito degli elevati tassi di interesse delle banche centrali, attualmente al 16,5%, volti a contenere l'inflazione dell'8% alimentata dalle ingenti spese militari. I ricavi petroliferi sarebbero diminuiti di circa il 20% quest'anno, principalmente a causa del calo dei prezzi globali. Le sanzioni occidentali imposte per la guerra contro l'Ucraina hanno continuato a frenare la crescita, aumentando i costi e scoraggiando gli investimenti che potrebbero espandere la capacità produttiva dell'economia.
Di conseguenza, il deficit di bilancio di quest'anno è stato rivisto al rialzo dallo 0,5% al 2,6%, rispetto all'1,7% dell'anno scorso. Non sembra un dato enorme rispetto ad altri Paesi, ma a differenza di questi ultimi, la Russia non può indebitarsi sui mercati obbligazionari internazionali e deve affidarsi alle banche nazionali per ottenere credito.