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Regno Unito: comprò un quadro antico non sapendo che era rubato e ora si rifiuta di restituirlo all'Italia

Redazione
 
Regno Unito: comprò un quadro antico non sapendo che era rubato e ora si rifiuta di restituirlo all'Italia

FOTO: Sailko - CC BY 3.0

È battaglia legale intorno ad un dipinto italiano del XVI secolo, oggi nelle mani di una donna di Norfolk, ma che fu acquistato dal marito ignaro che fosse stato rubato. La donna, Barbara de Dozsa, vedova del compratore, ora si rifiuta di restituirlo alle autorità italiane sostenendo che il quadro fu comprato in buona fede e che, quindi, è giustificata nel rivendicarne la proprietà.

Regno Unito: comprò un quadro antico non sapendo che era rubato e ora si rifiuta di restituirlo all'Italia

Ne parla oggi The Guardian, ricostruendo una storia che di misterioso non ha più nulla, essendo state completamente chiarite le circostanze che hanno portato a Norfolk il dipinto, la Madonna col Bambino di Antonio Solario, da quando fu rubato dal Museo civico di Belluno oltre 50 anni fa.

Opere del suo autore, Antonio Solario, sono presenti anche nella National Gallery di Londra e tra i suoi committenti annoverava un mercante di tessuti di Bristol che commerciava con l'Italia.
Il dipinto fu acquistato nel 1872 dal Museo Civico di Belluno, dove rimase fino al 1973, quando fu tra i quadri oggetto di un furto. Da quel momento il dipinto entrò nella lista dei quadri ricercati dall'Interpol e dalla polizia italiana.

Alcune opere, rubate insieme al quadro di Solario, furono recuperate poco tempo dopo il furto, in Austria. Successivamente la Madonna col Bambino finì in possesso di Barbara de Dozsa, che ora afferma che appartenga legalmente a lei, anche perché il suo defunto ex marito l'acquistò in buona fede nel 1973. Fino al loro divorzio, la conservarono nella loro casa del Norfolk del XVI secolo, East Barsham Manor a Fakenham, che si dice Enrico VIII abbia descritto come il suo "piccolo palazzo di campagna".

Nel 2017 si cercò di vendere il dipinto tramite una casa d'aste regionale, ma fu tutto bloccato quando si accertò la sua provenienza illegale. A causa dei ritardi dovuti al lockdown per il Covid, le autorità italiane non sono state in grado di fornire la documentazione pertinente richiesta dalla polizia britannica e quindi il dipinto è stato semplicemente restituito a De Dozsa nel 2020.

Ora resta da capire cosa mai abbia convinto la polizia britannica, in presenza di una richiesta ufficiale di consegna di un dipinto di origine furtiva, a non consegnarlo all'Interpol o al Nucleo dei carabinieri preposto alla tutela del patrimonio artistico, ma lo abbia invece restituito alla signora De Dozsa.

Christopher Marinello, avvocato specializzato in arte, ha provato ripetutamente a convincere la ''proprietaria'' a restituire l'opera, cosa che lei si è rifiutata di fare, citando una legge britannica del 1980 che stabilisce che chi acquista beni rubati può essere riconosciuto come proprietario legale se l'acquisto non è "collegato al furto" dopo più di sei anni. Per Marinello quanto accaduto ''dimostra solo il fallimento delle forze dell'ordine nell'aiutare gli italiani. La polizia britannica ha detto che questa donna non ha commesso alcun crimine, quindi non la tratteremo come una questione penale. È un caso civile".

Marinello è il fondatore di Art Recovery International, che si occupa di arte rubata o saccheggiata e ha sede a Londra, Venezia e New York. I suoi precedenti recuperi includono un dipinto di Matisse rubato nel 1987 dal Museum of Modern Art di Stoccolma e la cui ubicazione è stata avvolta nel mistero per 25 anni, fino a quando non è emerso a Londra. L'avvocato non lavora dietro compenso ed è spinto solo dalla convinzione che il dipinto appartenga alla gente di Belluno, da dove ha avuto origine la sua famiglia.

Ma quale è il valore attuale dell'opera, per la quale il marito dell'attuale proprietaria potrebbe avere sborsato, nel 1973, un paio di centinaia di sterline?
''Ora - ha detto Marinello a The Guardian - vale solo forse 60.000-80.000 sterline. La proprietaria si rifiuta di collaborare a meno che non le venga pagato l'intero valore, ma non potrà mai vendere il dipinto. Nessuna casa d'aste legittima lo toccherà mai... i Carabinieri lo hanno nel loro database e non lo toglieranno mai. Non appena quel dipinto andrà in Italia, verrà sequestrato".

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