Il lupo perde il pelo, sì, ma il vizio lo coccola come un barboncino da borsetta Vuitton. E no, non parliamo di Raoul Bova – che ha smarrito da tempo quell’allure da principe azzurro e, nel tragitto, pure qualche rotella – ma del solito, instancabile, radioattivo Fabrizio Corona. L’eterno lupo mannaro del gossip tricolore, che da vent’anni si nutre di corna altrui come fossero tartare, vomitando scoop a mo’ di rigurgiti di bile, mentre le sue porcherie personali vengono magicamente coperte da un invisibile mantello d’immunità narrativa. Un Harry Potter della diffamazione, ma senza bacchetta. Solo veleno.
Occhi spaccanti e neuroni defunti: autopsia tragicomica del romanticismo secondo Raoul Bova
L’ultima perla l’ha sparata con la grazia di un Tir senza freni in un centro storico: Raoul Bova avrebbe tradito Rocío Muñoz Morales - quella che un tempo era “l’altra” e poi è diventata “la titolare” con un’eleganza tutta sua (chiamasi karma) - con tale Martina Ceretti, ventitré anni, modella, studentessa, influencer, creatura di Instagram e, a detta di Corona, l’ennesimo soprammobile da collezione nella vetrina degli ormoni maschili. Bova, che oggi si aggira nei panni di Don Matteo, con lo sguardo mistico di chi ha appena avuto una visione mariana nel cappuccino, avrebbe preferito visioni ben più terrene, tra le lenzuola stirate di un lussuosissimo hotel milanese.
Il tutto dopo mesi di chat che sembrano centralini di hotline erotica anni Novanta. E qui arriva il capolavoro. Il colpo di scena che manco in una telenovela messicana con budget da sagra paesana. Non bastano le foto, i sospetti, le tempistiche discutibili: a condannarlo all’ergastolo dell’imbarazzo ci pensa lui stesso con un vocale. Sì, un messaggio audio che meriterebbe un posto fisso nei manuali di linguistica dell’orrore. Perchè in questo meraviglioso, si fa per dire, e ormai viralissimo vocale Raoul, l’icona del romanticismo da fiction, l’uomo che non deve chiedere mai e che faceva piangere l’Italia intera con un sopracciglio inarcato, si presenta così: “Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso e dagli occhi… ssssspaccanti”.
Sì, con la esse strascinata come se stesse sibilando dietro a un cespuglio con l’impermeabile aperto e un pacco di frasi fatte e l’altro, di pacco, sfoggiato con la stessa disinvoltura. Ma sul serio? “Essere speciale”? “Occhi spaccanti”? Sembra il claim di una televendita notturna per occhiali da sole tarocchi con lenti intercambiabili e bonus karma incluso. E no, gli occhi non spaccano. Spaccano le palle, certe frasi.
E pure con una certa precisione balistica. La scena è degna di una parodia porno-zen: lei, la Ceretti, sveglia tra le lenzuola egiziane da mille thread, lui che le sfiora i capelli (probabilmente col ciuffo incollato da parrucchiere di set), e invece di un sussurro alla Truffaut, le manda un vocale che sembra la versione vocale di un libro di auto-aiuto comprato a -70% al Libraccio. Mancava solo un “Namasté” e la citazione dei sette chakra, e avremmo avuto il quadro completo del seduttore spirituale con disturbi gastro-grammaticali. Un po’ Casanova, un po’ life coach da discount, tutto molto cringe.
Ma il vero problema è che lui ci crede. Ci crede con lo zelo di un neocatecumeno e l'autostima di uno che non ha mai superato il trauma di essere stato bellissimo nel 1999. Perché basta sentirlo questo benedetto audio: Raoul è convinto che dire “essere speciale” con la voce impostata sia la nuova frontiera del romanticismo. Spoiler: non lo è. È solo il biglietto d’ingresso per il club degli uomini che scambiano la sensualità con l’abbonamento premium al gruppo Santoni&Seghementali su Telegram. E noi qui, mute e impotenti.
A scrollare, ad ascoltare, a vergognarci. Per lui, per lei, per noi stesse che ancora, incredibilmente, ci aspettiamo un barlume di fascino, un respiro di virilità, un mezzo neurone in funzione. E invece ci becchiamo Raoul Bova che manda audio da venditore di cristalli energetici con il filtro “mistico-narcisista”. Perché se uno che ci ha fatto sognare e singhiozzare per vent’anni davanti alla tv oggi si esprime come un incrocio tra un motivatore tantrico e un chatbot sbagliato… allora, signore e signori, possiamo dirlo forte: il romanticismo è definitivamente morto. Se questa è la nuova era maschile, ridateci subito il caro vecchio “scs per l’altro gg” che tanto ci faceva inorridire: grezzo ma sincero, e tutto sommato aveva pure un certo non so che. Tipo quella puzza di felpa usata che ti fa schifo ma almeno non finge di sapere di muschio bianco e traumi irrisolti.