L’Italia scommette sulle proprie risorse naturali e avvia una nuova stagione di esplorazioni minerarie. Il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE) ha appena approvato il Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria (PNE), un piano ambizioso che segna un ritorno strategico del Paese alla valorizzazione del potenziale minerario nazionale, dopo oltre trent’anni di stop.
Italia riscopre il suo tesoro nascosto: via libera al Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria
Il programma, affidato al Servizio Geologico d’Italia di ISPRA dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), coinvolgerà 15 unità operative e oltre 400 specialisti. Con un investimento iniziale di 3,5 milioni di euro, l’obiettivo è realizzare indagini geologiche e geochimiche dettagliate in tutte le regioni chiave: Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Sardegna.
Il PNE punta a fornire un quadro aggiornato delle potenzialità minerarie italiane, integrando dati storici con nuove esplorazioni. Si tratta di un’operazione decisiva per attirare investitori italiani ed esteri e garantire una maggiore autonomia industriale ed energetica al Paese. Tra i minerali al centro delle ricerche figurano litio, boro, grafite, rame, manganese, fluorite, antimonio, tungsteno, titanio, magnesio e metalli preziosi come quelli del gruppo del platino e le terre rare, essenziali per le tecnologie green e digitali.
Le indagini interesseranno aree storicamente note per le loro ricchezze minerarie. In Piemonte si esploreranno i metalli del gruppo del platino, in Liguria rame e manganese, mentre in Toscana e Lazio sarà il litio a catturare l’attenzione. In Sardegna, vero e proprio cuore minerario d’Italia, le ricerche si concentreranno su tungsteno, rame, molibdeno, bismuto, arsenico e anche oro, specialmente nel distretto di Funtana Raminosa e nel sud-ovest dell’isola.
Accanto all’esplorazione dei giacimenti, il programma prevede anche la mappatura dei rifiuti estrattivi abbandonati nell’ambito del progetto PNRR URBES, finanziato con 10 milioni di euro, per definire un quadro aggiornato delle passività ambientali legate alle vecchie attività minerarie.
Le attività, almeno nella prima fase, saranno condotte esclusivamente con tecniche non invasive: immagini telerilevate, rilievi geologici, geochimici e geofisici, sensori aviotrasportati e nuove tecnologie come la radiografia muonica e l’intelligenza artificiale. Tutti i dati confluiranno nel Database Minerario Nazionale GeMMA, consultabile da istituzioni, comunità scientifica e investitori.
Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha sottolineato come “le materie prime critiche siano fondamentali per il futuro industriale dell’Europa”, mentre il Ministro delle Imprese Adolfo Urso ha evidenziato il valore strategico del piano per “costruire un’Italia più autonoma, competitiva e protagonista in Europa e nel mondo”.