È partito il conto alla rovescia per la realizzazione del ponte che collegherà le sponde siciliana e calabrese dello Stretto di Messina. L'annuncio (a dire il vero, non è il primo che dà per imminente l'inizio dei lavori) è arrivato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che, non celando la sua soddisfazione, ha detto che entro l'estate ''ci saranno gli operai al lavoro sul Ponte sullo Stretto''.
Ponte sullo Stretto, l'annuncio (l'ennesimo) di Salvini: "Tra poche settimane partono i cantieri"
L'occasione per il nuovo annuncio è stata la conferenza stampa, insieme al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, fatta a conclusione di una riunione che ha preso in esame gli aspetti dell'opera che riguardano le misure da adottare per evitare le infiltrazioni della criminalità nell'iter di realizzazione.
Ora, se questi sono gli aspetti meramente ''burocratici'', ce ne sono altri che potrebbero necessitare di ben altro impegno da parte dello Stato, perché un conto è dare il via formale alla realizzazione di un'opera gigantesca, dal punto di vista strutturale e da quello economico-finanziario, un altro è potere dire che il suo percorso non troverà sulla sua strada altri ostacoli.
A cominciare da quelli che potrebbero frapporre le associazioni ambientaliste (che di recente sembrano avere raggiunto una intesa per coalizzare le loro forze) che si oppongono alla realizzazione dell'attraversamento stabile dello Stretto, ma anche di privati che potrebbero ritenere violati alcuni loro diritti.
Come, ma è solo una ipotesi estrema, quello di non vedere oscurata la loro porzione di cielo da viadotti necessari per un'opera imponente le cui rampe d'accesso dovranno cominciare il percorso sino alla quota del Ponte molti chilometri prima (o dopo) le coste di Messina e Villa San Giovanni.
Comunque, Salvini si dice sicuro che il primo colpo di piccone sia imminente, magnificando le ricadute economiche dell'opera, che darebbe occupazione a oltre centomila persone, anche se qualcuno contesta la fondatezza di questi numeri. Comunque, che l'economia locale trarrà un beneficio dal Ponte è abbastanza scontato, visti i costi che, alti così come lo sono i finanziamenti di cui necessita, potrebbe scatenare appetiti illeciti.
Su questo il ministro delle Infrastrutture è stato chiaro, spiegando che trasparenza e legalità saranno garantiti da un meccanismo di controllo uguale a quello attuato per le Olimpiadi invernali di Milano Cortina, in essere sin dalla prima fase dei lavori, quella degli espropri, che potrebbe non essere spedita come si spera.
Perché, trattandosi di un'opera di interesse pubblico, deve essere giustificata da ogni punto di vista, a cominciare da quello ambientale e della sicurezza impattando il Ponte in una realtà geomorfologica particolare ed esponendosi quindi a critiche che, formali, potrebbero essere oggetto di azioni giudiziarie.
Il prossimo passaggio, prima dell'avvio dei cantieri, è l'esame del dossier da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipess). Ma si tratta di un atto meramente formale, almeno per quello che ha fatto capire il sottosegretario, con delega al Cipess, Alessandro Morelli (leghista come Salvini), secondo il quale ''l'accensione delle ruspe'' è ormai questione di poco tempo.
Quindi, tutto sembra essere pronto, anche se il costo dell'opera continua a lievitare, tanto che il Consiglio dei ministri ha dovuto adeguare il piano di spesa che nella Nadef del 2012 era stato fissato in 8,5 miliardi di euro e che oggi, a distanza di tredici anni, è cresciuto a 13,5 miliardi. Non ha invece avuto luce verde il comma che, se approvato, avrebbe trasformato la società Stretto di Messina in una stazione appaltante, concentrando in essa troppo potere decisionale, perché, in base al nuovo profilo, avrebbe potuto decidere, in totale autonomia, e procedure di gara per l'affidamento di lavori, forniture e servizi.