FOTO: Marco Tronchetti Provera, Vicepresidente Esecutivo di Pirelli
Pirelli supera con slancio una prova cruciale nel suo percorso di consolidamento industriale e strategico: l’assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio 2024 con una larga maggioranza, nonostante il voto contrario dell’azionista MPI Italy, controllato da Sinochem. Un risultato che certifica, di fatto, l’autonomia della governance e la solidità della compagine italiana, con Camfin e altri investitori istituzionali determinanti nel garantire continuità e stabilità al gruppo.
Pirelli approva i conti 2024 dimostrando forza e indipendenza
La partecipazione all’assemblea ha superato l’86% del capitale, e il bilancio è stato approvato con il 57% dei voti favorevoli. Un dato eloquente: anche senza il sostegno del socio cinese – titolare del 37% del capitale – Pirelli è in grado di prendere decisioni strategiche in piena legittimità. La distribuzione del dividendo da 0,25 euro per azione è stata approvata all’unanimità, così come la politica di remunerazione 2025 e il nuovo piano triennale di incentivazione monetaria (LTI). Il messaggio che esce dall’assemblea è chiaro: il baricentro della società resta saldamente in Italia.
Il voto contrario di Sinochem, peraltro, arriva in un contesto già delicato. Il gruppo cinese ha recentemente espresso posizioni critiche sulla governance, giudicando “gravemente ingiusta” una proposta avanzata da Pirelli per ristabilire equilibrio all’interno del consiglio d’amministrazione. Una tensione che, tuttavia, non ha fermato il cammino dell’azienda. Il controllo dell’assemblea resta ben saldo nelle mani degli investitori italiani e internazionali che credono nella visione industriale di Pirelli.
Il governo italiano, nel frattempo, osserva con attenzione. È in corso un confronto con gli Stati Uniti per chiarire l’eventuale applicabilità delle nuove norme americane che potrebbero limitare la presenza di tecnologie cinesi nei veicoli connessi. Una questione che tocca indirettamente anche Pirelli, in virtù della sua quota detenuta da Sinochem e delle sue soluzioni innovative come i Cyber Tyres, pneumatici dotati di sensori intelligenti capaci di trasferire in tempo reale dati al veicolo.
Le istituzioni italiane stanno lavorando per assicurare che le ambizioni internazionali di Pirelli non siano penalizzate. Il dossier è sul tavolo del governo Meloni, che ha già esercitato nel 2023 il golden power per limitare l’influenza cinese nel gruppo. Il termine per valutare eventuali ulteriori violazioni è fissato per la fine di luglio, ma già ora si registra un impegno forte da parte dell’esecutivo nel difendere un asset strategico per il Paese.
Con oltre il 20% dei ricavi generati in Nord America e una quota che sale al 40% nei prodotti ad alto valore, il mercato statunitense è fondamentale per la crescita di Pirelli. Ed è proprio in quest’ottica che l’indipendenza decisionale e la trasparenza di governance si rivelano leve fondamentali per consolidare la fiducia di partner e investitori internazionali.
Le tensioni con Sinochem, pur rilevanti, non hanno ostacolato la rotta industriale, che resta orientata all’innovazione, alla sostenibilità e all’espansione globale. Il segnale che arriva oggi da Milano è inequivocabile: Pirelli è pronta a difendere la propria identità, a valorizzare il suo know-how tecnologico e a giocare un ruolo da protagonista sui mercati internazionali.
Ora si apre una nuova fase, con un gruppo coeso, un governo vigile e una strategia chiara. Pirelli dimostra ancora una volta di essere molto più di un’azienda: è un simbolo della capacità industriale italiana nel mondo.