Economia

Blue Economy: in Italia vale il 10,2% del PIL e prospera nelle località Cinque Vele premiate da Legambiente e Touring

Redazione
 
Blue Economy: in Italia vale il 10,2% del PIL e prospera nelle località Cinque Vele premiate da Legambiente e Touring

L'economia del mare in Italia non solo è una risorsa preziosa, ma sta navigando "a gonfie vele", trainata da un modello di sostenibilità sempre più apprezzato. È quanto emerge con forza dal secondo Forum Blue Economy organizzato oggi a Roma da Legambiente nell'ambito del progetto europeo Life Sea.Net.

Blue Economy: in Italia vale il 10,2% del PIL e prospera nelle 30 località Cinque Vele premiate da Legambiente e Touring

I numeri parlano chiaro: la blue economy rappresenta un pilastro del sistema produttivo italiano, contribuendo al 10,2% del PIL nazionale con un giro d'affari annuale di 47 miliardi di euro e impiegando un milione di persone. Al centro di questo successo non c'è solo il Mar Mediterraneo, un hotspot di biodiversità con oltre 17.000 specie, ma anche gli oltre 7mila chilometri di coste italiane e, soprattutto, la spinta delle 30 località balneari (20 marine e 10 lacustri) che hanno ottenuto le ambite Cinque Vele 2025 da Legambiente e Touring Club Italiano.

Queste eccellenze, celebrate oggi alla Casa dell'Architettura e descritte nella Guida "Il mare più bello 2025", dimostrano come la sostenibilità ambientale, il turismo "dolce" e la valorizzazione del territorio siano un mix vincente per crescita economica, miglioramento della qualità della vita e protezione dell'ecosistema.

La classifica delle località marine a Cinque Vele vede un netto predominio del Mezzogiorno, con ben cinque comuni del Sud nella top five nazionale. Molti di questi si distinguono anche per essere tra i 103 "comuni Amici delle Tartarughe", avendo aderito al protocollo d'intesa promosso da Legambiente nel contesto del progetto europeo Life Turtlenest. Al primo posto spicca la sarda Domus De Maria (SU), forte della neonata area marina protetta di Capo Spartivento e tra le nuove entrate 2025 dei comuni amici delle tartarughe.

Queste località si impegnano in azioni concrete come la pulizia manuale delle spiagge, la limitazione dell'inquinamento luminoso, la formazione dei gestori balneari e la collaborazione con referenti scientifici per il monitoraggio e la protezione dei nidi di tartaruga marina. Segue la cilentana Pollica (SA), mentre il terzo posto è occupato da Nardò (LE), anch'essa una new entry tra i comuni amici delle tartarughe. Completano la top five la sarda Baunei (NU) e San Giovanni a Piro (SA).

A livello regionale, la Sardegna si conferma leader con 6 comuni premiati con le Cinque Vele, seguita da Puglia e Campania con rispettivamente cinque e tre comuni. Sul fronte dei laghi, Molveno in Trentino-Alto-Adige mantiene la sua leadership nel 2025, affiancato dal Lago di Monticolo (Appiano sulla Strada del Vino, BZ) e dal Lago Grande di Avigliana (TO). Il numero di comuni "Amici delle Tartarughe marine" è più che triplicato rispetto al 2024 (da 33 a 103), un segno tangibile di una crescente consapevolezza e impegno.

Tra le nuove entrate del 2025, oltre a quelle già citate, figurano anche località di grande richiamo come il litorale di Ostia a Roma, Genova, La Maddalena, Tropea e Ugento. La Campania, con 25 comuni, guida la classifica regionale dei "Comuni Amici delle Tartarughe", seguita da Puglia (15), Calabria (13), Lazio (12) e poi Toscana e Sardegna (dieci comuni ciascuna). Aumentano anche le aree protette costiere che hanno sottoscritto il protocollo, raggiungendo quota 38, con tre nuove adesioni dalla Puglia: il Parco di Porto Selvaggio, il Parco del litorale di Ugento e il Parco della Costa di Otranto e Leuca.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha commentato l'importanza della blue economy nel contesto degli obiettivi climatici: "La Blue economy rappresenta un pezzo di economia fondamentale per conseguire gli obiettivi climatici al 2030 e quelli del Green Deal europeo, ma è importante un approccio sempre più sostenibile conciliando la promozione del settore marittimo, nuova occupazione, la conservazione di habitat e biodiversità e definire una governance condivisa con regole chiare."

Zampetti ha poi aggiunto, facendo riferimento alla conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani in corso a Nizza: "Ce lo ricorda anche la conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani in corso a Nizza dove si sta discutendo di un possibile Patto europeo per gli Oceani e della qualità di mari e oceani minacciati in primis da sfruttamento, inquinamento e crisi climatica. Servono azioni internazionali e nazionali, ma anche interventi a livello territoriale. Le esperienze delle località balneari a cinque vele che oggi abbiamo premiato insieme al Touring Club Italiano dimostrano come ciò sia fattibile partendo da un turismo sostenibile capace di valorizzare il territorio e il capitale naturale affrontando al tempo stesso le tante problematiche ambientali come crisi climatica, inquinamento e overtourism."

Anche Giulio Lattanzi, Direttore Generale del Touring Club Italiano, ha sottolineato l'impegno pluriennale nella promozione di un turismo consapevole: "Dal 2000 dedichiamo una guida al mare più bello d’Italia – un traguardo importante: un quarto di secolo in cui Il mare più bello, ha raccontato, mappato e valorizzato il patrimonio marino e lacustre del nostro Paese, unendo alla promozione turistica del territorio un forte impegno per la sostenibilità e la difesa dell’ambiente, come indicato con grande forza dalla modifica dell’art. 9 della Costituzione. Un invito a scoprire luoghi noti e meno noti e a lasciarsi ispirare per vivere esperienze turistiche autentiche. Ma soprattutto uno strumento per riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente, in un momento in cui cambiamento climatico e inquinamento rendono sempre più urgenti azioni concrete a tutela del Pianeta: l’innalzamento del livello dei mari, l’erosione costiera, l’aumento delle temperature, la perdita di biodiversità, le microplastiche in mare sono effetti delle attività umane. Attività che impattano anche sulle economie locali e sul turismo del futuro. Come Touring Club Italiano siamo orgogliosi di contribuire con questa guida alla diffusione di un modello di turismo consapevole, rispettoso dei territori e delle comunità che li abitano e siamo grati a Legambiente per la proficua e duratura collaborazione, che unisce esperienze e competenze complementari in un progetto comune così importante."

La blue economy si trova oggi di fronte a nuove sfide, dalla crisi climatica agli impatti su pesca e turismo. Legambiente auspica che l'Italia promuova una crescita blu responsabile, ratificando rapidamente il trattato per la tutela dell'Alto Mare e sostenendo la pesca costiera artigianale a basso impatto ambientale. Parallelamente, si spinge per un turismo che eviti l'overtourism, come dimostrano le buone pratiche presentate al Forum, tra cui la gestione del traffico nei sentieri delle Cinque Terre, la fruizione controllata delle isole dell'Arcipelago Toscano, la piattaforma sarda Oikos per la prenotazione delle spiagge a numero chiuso e la rete Garda Green per l'ospitalità sostenibile.

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente, ha ribadito l'urgenza di una "Sustainable Blue Economy": "Per proteggere la biodiversità che abita i nostri mari e per conservare e ripristinare gli ecosistemi costieri, servono interventi concreti e l’adozione di una visione di Sustainable Blue Economy, che unisca lo sviluppo economico e la protezione ambientale. Non è un caso che gran parte delle località a cinque vele ricadono in aree di grande interesse naturalistico dove il capitale natura rappresenta un importante volano economico e di sviluppo. All’Italia chiediamo di recuperare i ritardi accumulati sulla strategia marina nazionale e sulla mappatura delle aree marine da proteggere, di promuovere una gestione integrata della costa, rafforzare la tutela degli ecosistemi incrementando le aree marine protette e migliorando la governance degli enti gestori dei siti Natura 2000 anche facendo tesoro dell’esperienza del progetto Life Sea.Net."

Il progetto Life Sea.Net, cofinanziato dal Programma LIFE della Commissione Europea e coordinato da Legambiente, mira a supportare l'Italia nella gestione degli ecosistemi marini e a migliorare la governance dei siti marini Natura 2000. In Italia, solo 119 dei 281 Siti di Interesse Comunitario (SIC) della Rete Natura 2000 hanno un piano di gestione, e la mappatura delle aree marine da proteggere è ancora incompleta, specialmente per il mare aperto e i siti transfrontalieri. Legambiente chiede all'Italia di accelerare il passo su questi fronti cruciali.

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