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Esteri

Una Francia fragile

César Pérez Ruiz, Head of Investments & CIO di Pictet Wealth Management

In una settimana corta, l’S&P 500 ha ottenuto una performance positiva (+2,0% in USD), sospinto, in ultima istanza, dalle statistiche che suggerivano un graduale raffreddamento del mercato del lavoro statunitense. Le small cap statunitensi, storicamente più sensibili delle large cap al ciclo economico, hanno invece fatto fatica, così come l’indice S&P 500 Equal Weight. In Europa, malgrado i timori riguardo al ballottaggio delle elezioni francesi, lo Stoxx Europe 600 ha chiuso una settimana positiva, con un rialzo dell’1,1% (in euro), mentre il CAC 40francese ha fatto ancora meglio, guadagnando il 2,1%. La scorsa settimana anche il mercato obbligazionario francese si è stabilizzato, e gli spread degli OAT rispetto ai Bund si sono ridotti. Un’analoga contrazione si è verificata per gli spread delle obbligazioni societarie in euro e l’USD e il franco svizzero si sono indeboliti nei confronti dell’euro. La largamente anticipata vittoria dei laburisti nelle elezioni britanniche ha prodotto un impatto positivo su un indice domesticamente orientato come il FTSE 250, che ha registrato un rialzo del 2,5% (in GBP), mentre la sterlina si è rafforzata e i tassi dei Gilt a breve termine sono scesi. Il prezzo del petrolio è salito in concomitanza con l’assottigliamento delle scorte negli Stati Uniti.

Il risultato delle elezioni francesi porterà ad un periodo di trattative da cui potrebbe uscire una coalizione fragile composta da partiti di centro e di centrosinistra; non pensiamo che i mercati reagiranno ai risultati di ieri troppo severamente nel breve periodo. Se però i programmi presentati a Bruxelles dal governo uscente per il consolidamento delle finanze pubbliche non verranno realizzati, in autunno il rating sovrano della Francia potrebbe venire abbassato a «negativo» dalle agenzie di valutazione creditizia; nel complesso, riteniamo che un premio per il rischio continuerà a venire richiesto per gli asset francesi, e, inoltre, un governo francese fragile e meno determinato al controllo del deficit fiscale e alle riforme potrebbe rappresentare un freno per l’euro. Dall’altra parte, un governo laburista prudente sul bilancio pubblico potrebbe invece aiutare le prospettive per i Gilt britannici e la sterlina. Negli Stati Uniti, le statistiche sull’occupazione per il mese di giugno puntano ad un raffreddamento ordinato del mercato del lavoro. Questo, unitamente al rapporto sull’inflazione CPI per il mese di giugno in uscita questa settimana, preparerà la strada per un primo taglio dei tassi da parte della Fed, che riteniamo avverrà a settembre. Anche la stagione degli utili del 2° trimestre è iniziata questa settimana con gli utili delle banche statunitensi. Vi sono molte aspettative sugli utili e le proiezioni del gruppo ristretto di giganti tecnologici che continua a dominare le performance del mercato. Sul fronte delle imprese, una fusione ipotizzata nel settore finanziario francese testimonia la validità del nostro tema dell’M&A quest’anno.

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