Politica
Osservatorio politico, Movimento Cinque Stelle: dalla farsa al dramma
Redazione
In attesa che il Movimento si ripresenti alle urne virituali, per tornare ad esprimersi sul pacchetto di modifiche allo statuto, proposte dai ''saggi'', i Cinque Stelle ripensano forse con nostalgia al passato, quando Beppe Grillo, e Gianroberto Casalegno, che era l'ideologo del movimento, usando la rabbia della gente contro la casta, avevano creato dal nulla una forza politica, in grado di scuotere l'establishment, anche senza grandi fondamenta.
Oggi di quei tempi c'è solo un ricordo sbiadito, nonostante il fatto che siano passati solo pochi anni, in cui però il Movimento, sedotto dal potere, ha rinnegato sé stesso, anche se oggi ribadisce ancora d'essere una forza dirompente rispetto al panorama politico, anche se qualcuno - un paio di giornali di cosiddetta area - ne continuano a magnificare le sorti.
Nel momento in cui Giuseppe Conte è entrato a Palazzo Chigi, ritenendosi l'azionista di riferimento di due consecutivi governi (di indirizzo politico leggermente ''alternativo''), il movimento ha dovuto fare delle concessioni al sistema. Perché il potere è come la supercolla: ti puoi lavare le mani cento volte, ma le dita restano appiccicaticce. Solo che i Cinque Stelle (o come mai si chiameranno finita la sfida all'Ok Corral, in cui non si sa bene chi sia il cattivo e chi il buono) erano nella stanze del Palazzo, nel tiravano le fila, eppure dicevano di non farne parte, come se fossero una entità distinta da quello che li circondava. Ma, tanto per ricordare qualcosa e comunque rimarcando che era nelle loro prerogative quelle di partecipare allo spoil system, anche loro hanno partecipato alla corsa sfrenata ad accaparrarsi poltrone. Solo che, mancando la loro classe dirigente di esperienza e, spesso, di capacità personali, le loro performance sono state disarmanti, infilando gaffe a ripetizione.
E Luigi Di Maio non era nemmeno il peggiore di loro.
Ora, nell'attesa della votazione, che dovrebbe avere un esito scontato a favore di Conte, bisogna interrogarsi su quali sia il percorso politico che l'ex premier intende imboccare, posto che, per l'ennesima volta, le sue scelte sembrano poco coerenti. Perché, se dici di collocarti nel campo progressista (e quindi, conseguenzialmente, di avere dei referenti in questa area), non puoi dire che, se si votasse oggi, il movimento andrebbe da solo, perché questo potrebbe suonare a conferma di chi giudica Conte inaffidabile o, nella migliore delle ipotesi, ondivago. E, comunque, animato da una presunzione di fondo: detto io le regole di un confronto con le formazioni di sinistra. E già questo la dice lunga su cosa possa sperare Conte per il suo futuro (quello personale).