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“Milano 1945: la scelta di resistere”: storie di deportati e partigiani, raccontate da Michela Ponzani

Redazione
 
“Milano 1945: la scelta di resistere”: storie di deportati e partigiani, raccontate da Michela Ponzani

Il Festival della Comunicazione rilancia l’iniziativa del Comune di Milano per presentare storie di partigiani, deportati e sorvegliati speciali: alla vigilia delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, martedì 11 marzo, alle 18:30, la storica e conduttrice televisiva Michele Ponzani porterà in Aula Consiliare a Palazzo Marino “Milano 1945: la scelta di resistere”, un racconto per rivivere voci, volti, luoghi dell’antifascismo e della guerra partigiana.

“Milano 1945: la scelta di resistere”: storie di deportati e partigiani, raccontate da Michela Ponzani

L’evento, ideato e organizzato da Frame - Festival della Comunicazione in collaborazione con la Presidenza del Consiglio comunale e Milano è Memoria, è aperto al pubblico e gratuito con accesso su prenotazione.

In apertura sono previsti i saluti del Sindaco di Milano Giuseppe Sala, della Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi e del direttore del Festival della Comunicazione Danco Singer. “Milano 1945: la scelta di resistere” intreccia le vite ai fatti della storia, i luoghi alle persone, le aspirazioni di libertà e giustizia all’azione, e si snoda in un racconto che alterna la voce di Michela Ponzani a frammenti autentici di quel momento storico.

Un evento a più dimensioni per restituire la data del 25 aprile in tutta la sua portata storica e personale, una conquista faticosa e non scontata ottenuta da uomini e donne che, nelle condizioni più avverse, hanno preso in mano il loro destino e, con il loro, il nostro e dell’Italia libera in cui viviamo.

Il racconto parte da Ventotene e arriva nella Milano del 25 aprile, passando per le montagne piemontesi a Paraloup, dove un gruppo di ribelli comandati da Nuto Revelli cominciò a sognare una nuova idea di patria, molto diversa dalla nazione di sangue e di stirpe, immaginata dal fascismo. Una patria che si incarnava nell’idea di Repubblica, libera e democratica, dove la dimensione dei diritti civili potesse dialogare con la giustizia sociale.

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