Politica
Migranti: continuano, nell'imbarazzo di tutti, le crociere Italia-Albania e ritorno
Redazione
L'andare e venire di navi militari che, come fossero chaperon, fanno rotta verso l'Albania per portare migranti che poi la magistratura ordina di riportare in Italia, sta mostrando le varie facce di un problema che rischia di restare irrisolto, sino a quando non ci si renderà conto che le posizioni assunte da governo e magistratura non possono essere conciliabili, perché il primo rivendica il diritto di assumere tutte le decisioni che ritiene utili per il bene del Paese e la seconda ribadisce che le leggi devono essere rispettate, a cominciare da quelle europee, che sono prevalenti sull'ordinamento nazionale. .
Ormai siamo alla comiche, ma è una battuta crudele se si pensa che le decisioni del governo e quelle della magistrature umiliano l'Italia riducendola a palcoscenico di una contrapposizione che sembra destinata a durare sino a quando oggetto del contendere è il delicato equilibrio tra l'ordinamento nazionale e quello europeo, che in materia di immigrazione ha idee ben diverse da quelle del nostro governo, soprattutto se si parla di sicurezza dei Paesi di provenienza dei migranti.
Migranti: continuano, nell'imbarazzo di tutti, le crociere Italia-Albania e ritorno
Una questione che sta assumendo i contorni di uno scontro ideologico e non già sui diritti di chi cerca di arrivare in Italia da irregolare (ma anche quello del Paese che lo deve accogliere e che fa le sue valutazioni sul profilo dell'immigrato), ma sulla visione del problema, che rischia di restare senza una possibile via d'uscita.
Come se non bastasse la sceneggiata alla quale assistiamo (è partito un bastimento carico di migranti, ma è tornato carico allo stesso modo), oggi dobbiamo registrare anche una entrata a gamba tesa, nei confronti della magistratura italiana, di Elon Musk che, con l'eleganza che lo contraddistingue, ha detto che i giudici di casa nostra ''se ne devono andare''. Dando per scontato non si può tappare la bocca a nessuno, men che meno ad uno che ormai è di casa nell'ufficio di Elon Musk, quasi un ministro ombra della prossima amministrazione (e che a nessuno venga in mente di parlare di potenziale conflitto di interessi), siamo curiosi di vedere come, nel centrodestra di governo, la sortita del multimiliardario sarà giudicata.
Perché questa è una chiara invasione di campo, fatta però da un campione dell'imprenditoria privata che tanti estimatori ha in casa nostra. Ma, lo diciamo con ampio margine di certezza, se a dire le stesse cose fosse stato qualcun altro che non è vicino al cuore del futuro potere americano, i corifei nostrani del trumpismo sarebbero insorti, come fosse un sol uomo.
Non sappiamo se da parte del governo (o magari dei partiti che lo sostengono) si risponderà a questo attacco di Musk ad uno dei poteri dello Stato italiano, con il quale magari non si va d'accordo, ma che sono nostri e come tali devono essere difesi. Soprattutto se gli attacchi contro di esso provengono da un Paese che i migranti non solo non li accoglierà più (come nel suo pieno diritto), ma deporterà quelli che troverà in America senza averne diritto.
Una cosa che in Italia pensa solo qualcuno.