Economia

Mercato immobiliare: rendimenti da locazione in crescita al 5,8%, Genova al top con 7,6%

Redazione
 
Mercato immobiliare: rendimenti da locazione in crescita al 5,8%, Genova al top con 7,6%

Il mercato immobiliare italiano continua a confermarsi uno degli approdi più solidi per chi cerca un investimento di lungo periodo. Secondo l’ultima analisi elaborata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa e ripresa dal portale Idealista, nel secondo semestre del 2024 i rendimenti medi da locazione nelle principali città italiane hanno raggiunto il 5,8% annuo, in aumento rispetto all’anno precedente grazie soprattutto al rialzo dei canoni di affitto.

Mercato immobiliare: rendimenti da locazione in crescita al 5,8%, Genova al top con 7,6%

A trainare la classifica è Genova, dove il rendimento medio annuo lordo si attesta al 7,6%, seguita da Palermo con il 7,2% e da Verona con il 6,7%. Bari consolida la sua attrattività attestandosi al 6,5%, mentre Napoli e Bologna si muovono su valori intermedi, intorno al 5,3-5,4%. Le piazze storicamente più costose – Roma, Torino, Milano e Firenze – mostrano invece performance più contenute, comprese tra il 4,4% e il 5,2%, penalizzate da prezzi di acquisto elevati che limitano la redditività immediata.

Nonostante una leggera flessione rispetto al 2023, l’investimento immobiliare a fini locativi continua a pesare in modo significativo sul mercato: nel 2024, il 18,4% delle compravendite intermediate dalle agenzie Tecnocasa aveva come obiettivo quello di mettere a reddito l’immobile.

Napoli guida questa tendenza, con quasi quattro acquisti su dieci destinati alla locazione. Un fenomeno che si concentra in particolare nelle aree universitarie, nei quartieri interessati da progetti di riqualificazione e nelle città con forte presenza di aziende e servizi, dove la domanda abitativa è costantemente alimentata da studenti e lavoratori fuori sede. L’interesse per il mattone non si limita però alla redditività da affitto. A pesare nella scelta degli investitori è anche la prospettiva di una rivalutazione del capitale. Tra il 1998 e il 2024, i valori residenziali nelle grandi città sono cresciuti in media del 51,5%, con performance straordinarie a Milano, dove i prezzi sono più che raddoppiati (+140,3%), e a Firenze, salita dell’82,7% nello stesso arco temporale.

Il 2024 ha visto un aumento diffuso dei canoni di locazione: +4,7% per i monolocali, +5% per i bilocali e +5,1% per i trilocali. Bari è stata la città più dinamica, con incrementi superiori al 10% per i monolocali e vicini al 9-10% per le altre tipologie, mentre Bologna ha registrato un +8,5% sui trilocali.

A Roma, complice l’effetto Giubileo, i bilocali hanno visto un rialzo del 5,2% e i trilocali del 5%. Rialzi significativi si sono osservati anche a Torino e Napoli, mentre Milano ha segnato un incremento più contenuto ma comunque positivo, con +2,1% sui bilocali e +2,7% sui trilocali.

In valori assoluti, i canoni oscillano da città a città: a Milano si va da 832 euro al mese per un monolocale a oltre 1.500 euro per un trilocale; a Roma i bilocali si collocano intorno ai 687 euro e i trilocali oltre i 1.100; Bologna e Firenze mostrano valori simili, tra i 660 e i 980 euro. Napoli e Torino restano più accessibili, con trilocali che non superano i 900 euro mensili. Genova e Palermo si collocano nella fascia più bassa, con affitti tra i 350 e i 560 euro. Negli ultimi dieci anni i canoni sono cresciuti del 41,7% nelle grandi città e del 26,6% nei capoluoghi di provincia, segnalando una tendenza strutturale al rialzo che non sembra destinata a fermarsi.

La domanda di abitazioni in affitto rimane forte, sostenuta da chi non ha accesso al credito, da chi sceglie consapevolmente di non acquistare e dai flussi di studenti e lavoratori. L’offerta, invece, resta limitata: i proprietari spesso temono morosità e preferiscono rivolgersi al mercato degli affitti brevi, particolarmente redditizio nelle città a vocazione turistica, riducendo così le disponibilità sul mercato tradizionale. Un altro elemento da osservare riguarda la tipologia dei contratti.

I contratti di locazione per motivi abitativi mostrano una lieve flessione, passando dal 61,2% al 60,2%, mentre quelli legati al lavoro crescono in modo sensibile, raggiungendo il 28,7%. In aumento anche i contratti a canone transitorio, che salgono al 33,4% e offrono ai proprietari una maggiore flessibilità rispetto agli accordi di lunga durata.

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