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Meloni rilancia il ruolo dell’Italia in Europa tra crisi globali, difesa e migrazione

Redazione
 
Meloni rilancia il ruolo dell’Italia in Europa tra crisi globali, difesa e migrazione

Alla vigilia del Consiglio Europeo del 26 e 27 giugno 2025, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tracciato davanti alla Camera dei Deputati un’articolata road map della posizione italiana nei principali dossier internazionali, evidenziando il peso crescente dell’Italia nella costruzione delle strategie europee su sicurezza, immigrazione, energia, Medio Oriente e competitività industriale.

Meloni rilancia il ruolo dell’Italia in Europa tra crisi globali, difesa e migrazione

Nel cuore dell’intervento, Meloni ha ribadito il no dell’Italia al coinvolgimento nell’attacco americano ai siti nucleari iraniani, garantendo che nessun mezzo statunitense è partito da basi italiane. “La nostra priorità resta la sicurezza dei connazionali”, ha sottolineato, annunciando evacuazioni da Israele, Teheran e Gaza, e l’intenzione di trasferire temporaneamente l’ambasciata italiana in Oman.

L’obiettivo politico è duplice: evitare un’escalation militare tra Iran e Stati Uniti e rilanciare la diplomazia, “unica via per scongiurare una corsa nucleare regionale”. In parallelo, Meloni ha rivendicato il ruolo guida dell’Italia nella richiesta di cessate il fuoco a Gaza, promuovendo aiuti umanitari concreti – tra cui l’evacuazione di 70 palestinesi e l’iniziativa “Food for Gaza”.

Sulla guerra in Ucraina, Meloni ha espresso sostegno alla “giusta autodifesa di Kyiv” e alla spinta negoziale per un cessate il fuoco che apra la strada a un accordo stabile. La Premier ha confermato la partecipazione dell’Italia alla Ukraine Recovery Conference in programma a Roma e ha evidenziato l’urgenza di un nuovo pacchetto sanzionatorio UE contro Mosca.

In ambito NATO, ha annunciato che l’Italia ha raggiunto l’obiettivo del 2% del PIL in spesa per la difesa, impegnandosi per un aumento graduale fino al 3,5% in dieci anni, in linea con il nuovo piano “Readiness 2030” e con garanzie di sostenibilità finanziaria. Centrale anche il nodo delle spese per la sicurezza: “Ogni Stato dovrà definire le minacce e i relativi strumenti di difesa”, ha chiarito, marcando l’autonomia nazionale nell’ambito di una visione comune.

La strategia migratoria è tornata al centro dell’agenda europea grazie alla pressione dell’Italia. Meloni ha rivendicato il nuovo approccio pragmatico sostenuto a Bruxelles: partenariati con i Paesi africani, rimpatri efficaci, centri nei Paesi terzi e rilettura aggiornata delle Convenzioni internazionali. “Serve un diritto d’asilo che protegga davvero i rifugiati e non i trafficanti”, ha affermato.

Preoccupazione è stata espressa per la situazione in Libia e nel Sahel, dove l’instabilità rischia di trasformarsi in un corridoio strategico per la penetrazione russa. Meloni ha chiesto che il Consiglio Europeo affronti con determinazione la questione, in chiave non solo securitaria ma anche geopolitica.

Sul fronte economico, Meloni ha insistito sulla necessità di una semplificazione normativa e di un rilancio dell’industria europea, in particolare del settore automotive. “Il Green Deal va corretto con pragmatismo. Serve una vera neutralità tecnologica”, ha ribadito, anticipando un’alleanza strategica con Francia e Germania per difendere l’autonomia industriale europea.

Apprezzamento anche per le iniziative della Commissione sul Mercato Unico, digitalizzazione e startup, ma con l’invito a trasformare le strategie in misure concrete e immediate per le PMI e la produzione interna.

Meloni ha definito “riunificazione” l’allargamento dell’UE verso i Balcani e l’Est Europa. “L’Italia è in prima linea per sostenere Albania, Montenegro, Serbia e Moldova”, ha detto, sottolineando come l’integrazione sia anche una scelta di sicurezza.

Meloni ha chiuso il suo intervento rilanciando una visione chiara: un’Italia protagonista, “costruttrice di ponti”, saldamente ancorata alla visione euro-atlantica fma capace di parlare a Sud e a Est, di proteggere i propri confini e di incidere nei grandi tavoli globali. “Essere fieri dell’Italia – ha detto ai parlamentari – significa riconoscere la nostra credibilità riconquistata”.

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