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Medio Oriente: Rafah, svuotata dai palestinesi, destinata a diventare un zona cuscinetto

Redazione
 
Medio Oriente: Rafah, svuotata dai palestinesi, destinata a diventare un zona cuscinetto

Prima dell'attacco di Hamas del 7 ottobre di due anni fa, Rafah ospitava tra i 150.000 e i 200.000 palestinesi. Situata nella Striscia di Gaza meridionale, al confine con l'Egitto, la città sarà trasformata in zona cuscinetto dall'esercito israeliano.Si prevede - riferiscono oggi i media israeliani - che questa nuova ''terra di nessuno'' si estenda fino al corridoio Morag, un asse che attraversa l'enclave da una parte all'altra, che le forze dello Stato  ebraico hanno conquistato nei giorni scorsi, creando, sotto il loro controllo, un terzo asse che divide Gaza.

Medio Oriente: Rafah, svuotata dai palestinesi, destinata a diventare un zona cuscinetto

La sua superficie raggiungerebbe i 75 chilometri quadrati, sui 360 chilometri quadrati dell'enclave – un quinto del suo territorio – e taglierebbe fuori la striscia di terra dal confine egiziano. Al centro, l'esercito ha ripreso il controllo dell'altro vasto corridoio dell'enclave, quello di Netzarim, che isola la città di Gaza dal resto del territorio. Verso nord, la terra di nessuno si espanse ulteriormente. Ed ha anche esteso la zona cuscinetto attorno alla striscia. Larga 300 metri prima dell'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ora misura tra 800 e 1.500 metri.

Un rapporto della ONG israeliana Breaking the Silence, intitolato "The Perimeter", spiega che quest'ultimo spazio è stato liberato da "qualsiasi cultura, struttura o persona" per offrire una visuale libera ai soldati israeliani. Nel rapporto si afferma che è stato ordinato loro di "distruggere deliberatamente, metodicamente e sistematicamente tutto ciò che si trovava all'interno del perimetro designato, compresi interi quartieri residenziali, edifici pubblici, istituti scolastici, moschee e cimiteri, con poche eccezioni ". Alcuni temono che questo sia il destino di Rafah.

Intanto ha fatto sensazione in Israele, la lettera, firmata da 1.000 piloti e aviatori israeliani di riserva e in pensione, eda più di 250 ex membri del Mossad, il servizio di intelligence israeliano per l'estero, con cui si chiede al governo di Benjamin Netanyahu di dare priorità al ritorno degli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza, anche a costo di porre fine alla guerra.

Tra i firmatari, secondo quanto riportato dal Times of Israel, ci sono David Meidan, ex capo negoziatore degli ostaggi, e Danny Yatom, Ephraim Halevy e Tamir Pardo, tre ex direttori del Mossad.
"Riteniamo che il proseguimento dei combattimenti metta in pericolo la vita degli ostaggi e dei nostri soldati e che si debbano esaurire tutte le opzioni per raggiungere un accordo che ponga fine alle sofferenze", si legge nella lettera, visionata dal Times of Israel . ''Invitiamo il governo a prendere decisioni coraggiose e ad agire responsabilmente per la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini''.

Nel frattempo, più di 250 riservisti ed ex membri dell'Unità 8200 del servizio di intelligence militare israeliano hanno espresso la loro solidarietà ai riservisti firmatari dell'Aeronautica militare israeliana in una lettera pubblicata venerdì. Domenica, 200 medici di riserva hanno firmato una lettera simile.

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