Solo ieri, con l'avvio formale del cessate il fuoco, le squadre di soccorso e i civili si sono resi conto della gravità della situazione nella Striscia di Gaza, dove la maggior parte dei palazzi e delle case sono stati distrutti.
L'agenzia di protezione civile di Gaza, il principale servizio per le emergenze della Striscia, ha affermato di temere che ci siano ancora più di 10.000 corpi sepolti sotto l'immenso mare di macerie. Un portavoce ha detto di sperare che bastino 100 giorni per recuperare i resti, ma la carenza di mezzi meccanici e altre attrezzature potrebbe dilatare i tempi delle operazioni.
Medio Oriente: a Gaza si cercano diecimila morti sotto le macerie
Secondo stime dell'ONU, il 60% delle strutture nella Striscia di Gaza è stato danneggiato o distrutto.
Sebbene i rumori dei bombardamenti siano stati sostituiti dai festeggiamenti con l'inizio del cessate il fuoco domenica, la situazione per la gente di Gaza è disperata.
Per il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, la guerra ha lasciato senza casa più di due milioni di gazawi, senza reddito e completamente dipendenti dagli aiuti alimentari per sopravvivere. Su questo ultimo fronte la situazione sta cominciando a migliorare: dall'inizio del cessate il fuoco di domenica, secondo l'ONU almeno 630 camion sono entrati nella Striscia prima della fine della giornata. Ieri altri 915 camion sono entrati nell'enclave, ha affermato l'ONU, il numero più alto dall'inizio della guerra, 15 mesi fa.
Sam Rose, direttore ad interim dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi a Gaza, ha affermato che gli aiuti umanitari rappresentano solo l'inizio della sfida per riportare in vita la Striscia.
"Non stiamo parlando solo di cibo, assistenza sanitaria, edifici, strade, infrastrutture, abbiamo individui, famiglie, comunità che hanno bisogno di essere ricostruite", ha affermato, aggiungendo che ''il trauma che hanno attraversato, la sofferenza, la perdita, il dolore, l'umiliazione e la crudeltà che hanno sopportato negli ultimi 16 mesi: sarà una strada molto, molto lunga".
In Israele, le famiglie delle tre donne ostaggio liberate nel primo scambio hanno parlato in una conferenza stampa a Tel Aviv, confermando che le loro condizioni di salute, compatibilmente con le dure condizioni della prigionia, sono buone. Se la prima fase del cessate il fuoco reggerà, nei prossimi 40 giorni saranno rilasciati altri 30 ostaggi da Gaza, in cambio della liberazione di circa 1.800 palestinesi dalle carceri israeliane.