Esteri

Medio Oriente: Israele verso l’occupazione totale di Gaza, crisi umanitaria fuori controllo

Barbara Leone
 
Medio Oriente: Israele verso l’occupazione totale di Gaza, crisi umanitaria fuori controllo

Secondo quanto riportato da Haaretz, il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe deciso per un’occupazione completa della Striscia di Gaza, nonostante l’opposizione interna dello Stato Maggiore israeliano. Una scelta che il giornalista Amos Harel definisce come “una scommessa politica senza strategia”, evidenziando il divario sempre più marcato tra leadership politica e apparato militare.

Medio Oriente: Israele verso l’occupazione totale di Gaza, crisi umanitaria fuori controllo

La decisione è stata confermata anche da Al Jazeera, che cita fonti interne al governo israeliano secondo cui la decisione è ormai presa e operativa riferendo inoltre che le forze israeliane avrebbero ucciso 74 palestinesi nelle ultime 24 ore, mentre solo 36 camion di aiuti umanitari sono riusciti a entrare nella Striscia. La crisi umanitaria ha raggiunto livelli drammatici. L’ONU, sempre secondo Al Jazeera, ha dichiarato che “ogni bambino sotto i cinque anni a Gaza è a rischio di malnutrizione acuta”.

Le autorità mediche locali denunciano casi di paralisi infantile e morti per fame. Una catastrofe silenziosa che si consuma nell’indifferenza internazionale. Nel frattempo, Haaretz rivela che la Serbia ha già esportato più munizioni a Israele nella prima metà del 2025 che in tutto il 2024, un record che lascia intuire una preparazione militare ben più ampia di quanto dichiarato pubblicamente da Tel Aviv.

Sul fronte della guerra in Ucraina, The Guardian riferisce che i Paesi Bassi si sono impegnati ad acquistare 500 milioni di euro in armi dagli Stati Uniti per fornirle all’Ucraina, in quella che è definita “la prima operazione del nuovo corridoio di fornitura Nato”. Il pacchetto comprende sistemi di difesa Patriot e missili a medio raggio, segnando un cambio di passo nell'approccio europeo.

Il presidente Zelensky, nello stesso contesto, ha lanciato un appello all’UE e agli Stati Uniti per intensificare la pressione su Mosca, chiedendo l’adozione di sanzioni secondarie e un maggior isolamento economico della Russia. Al Jazeera conferma che gli Stati Uniti hanno autorizzato l’Ucraina a usare i missili ATACMS, in grado di colpire obiettivi profondi in territorio russo.

Una svolta che, secondo fonti del Cremlino citate da vari media tra cui AS.com, ha spinto Vladimir Putin a firmare una nuova dottrina nucleare aggiornata. Sul campo, l’offensiva russa prosegue senza sosta. El Mundo segnala che Mosca ha impiegato oltre 500 droni kamikaze per colpire infrastrutture militari e centri di reclutamento ucraini. Una strategia di logoramento che punta a fiaccare la capacità di resistenza di Kiev.

Sul piano economico, secondo Reuters la Corea del Sud ha varato un piano di aiuti per sostenere le sue imprese esportatrici, duramente colpite dalle nuove misure USA. “Il governo agirà tempestivamente per salvaguardare la competitività delle aziende coreane”, ha dichiarato un portavoce del ministero del Commercio. Sempre da Reuters, si apprende che il capo negoziatore commerciale del Giappone è volato a Washington per accelerare la ratifica dell’accordo su auto e dazi. Tokyo teme un inasprimento delle condizioni tariffarie sulle sue esportazioni, soprattutto nel settore tecnologico e automobilistico.

Intanto, secondo quanto riportato da Bloomberg, il presidente di BP si prepara a esaminare nel dettaglio l’andamento dell’attività del colosso energetico, in un momento delicato in cui la compagnia è chiamata a invertire anni di prestazioni deludenti. Mentre le azioni della società segnano un +2,04%, la pressione sulla ripresa si fa sentire sia internamente che nei mercati, dove le aspettative sono alte e la tolleranza agli errori estremamente bassa.

La stessa BP ha dichiarato che la crescita dell'offerta petrolifera non-OPEC raggiungerà il suo picco all’inizio del 2026, segnalando un possibile cambio di scenario per il mercato globale dell’energia. Intanto, sul versante del gas, il prezzo europeo rimane intrappolato in un range stabile da cinque settimane, segno che l’accumulo di scorte continua ma senza slanci significativi.

Nel frattempo, i mercati azionari europei e britannici mostrano segnali di ripresa, allineandosi alla tendenza globale. Tuttavia, gli analisti di Goldman Sachs avvertono che gli utili mancati dalle società europee sono stati puniti dai mercati in modo più severo rispetto agli ultimi decenni, indicando un clima di crescente intolleranza verso le performance deludenti. Un chiaro avvertimento per aziende come BP, che oggi si giocano più della loro reputazione: il loro futuro.

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