Economia

Meccanica, Confartigianato: produzione ed export in calo (-6,4% e -5,0%)

 

La difficile congiuntura della manifattura sta colpendo in modo particolarmente duro la meccanica e la moda, due settori chiave del made in Italy. Nel comparto della meccanica, l’incertezza geopolitica frena la ripresa del commercio internazionale, mentre la guerra commerciale, innescata dai dazi imposti dagli Stati Uniti, aggiunge ulteriori ostacoli. A complicare il quadro si aggiunge la stretta monetaria, che ha spinto in territorio negativo la domanda di investimenti in macchinari e impianti.

Meccanica, Confartigianato: produzione ed export in calo (-6,4% e -5,0%)

Inoltre, la recessione in Germania e la crescita debole della Cina pesano sulle esportazioni italiane, riducendo la domanda di prodotti del made in Italy. Infine, il settore meccanico risente anche delle difficoltà dell’automotive, alle prese con l’incerta e complessa transizione verso la mobilità elettrica. A dirlo è l’analisi del comparto contenuta nel Rapporto Confartigianato Meccanica 2025 dal titolo “Imprese della meccanica, tra incertezze dei mercati globali e sfide della twin transitino” presentato dall’Ufficio Studi con l’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna lo scorso 6 marzo al Villaggio Confartigianato al MECSPE di Bologna nel corso della riunione congiunta dei consigli direttivi Confartigianato meccanica e Subfornitura e Confartigianato Carpenteria meccanica convocata durante.

Il Rapporto analizza le condizioni del settore della meccanica in Italia e le prospettive per il 2025, evidenziando le principali sfide e opportunità per un settore strategico per l’economia italiana, con una forte specializzazione in alcune regioni come Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. La produzione meccanica ha subito un calo del 6,4% nel 2024, più marcato rispetto al calo del 3,7% del manifatturiero nel suo complesso. Il Rapporto evidenzia una migliore tenuta dell’indice di produzione ponderato per le micro e piccole imprese (MPI). La doppia transizione, digitale e green, è un fattore chiave per delineare il futuro del settore.

Il Rapporto esamina lo stato dell’arte nei processi di digitalizzazione delle imprese - con un focus in relazione al progetto Gate4Innovation avviato da Confartigianato -, dell’efficientamento energetico e della riduzione dell’impatto sull’ambiente. Permane una elevata difficoltà nel reperire personale con competenze qualificate, in particolar modo nell’ambito digitale e della sostenibilità. Il commercio internazionale ha mostrato segnali di ripresa, ma con un ritmo inferiore alle attese. Nel 2024 le vendite del made in Italy della meccanica di produzione sono scese del 5,0%.

Sull’export gravano i timori dei dazi USA mentre la recessione della Germania genera un impatto negativo sulle esportazioni italiane di prodotti della meccanica. La stretta monetaria ha aumentato il costo del credito, penalizzando la domanda di investimenti, in particolare in macchinari e impianti. L’incertezza sulla transizione verso la mobilità elettrica e la debole domanda di autoveicoli influiscono sulla performance della filiera dell’automotive. In Italia il flusso delle immatricolazioni di veicoli elettrici è ampiamente inferiore a quello necessario per raggiungere gli obiettivi nazionali indicati nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima. L’occupazione presenta un calo nei prodotti in metallo, macchinari e mezzi di trasporto, mentre rimane in positivo per metallurgia e riparazione macchinari.

Le previsioni della domanda di lavoro sono in forte calo nella primavera del 2025. Nell’ultimo trimestre i prezzi dell’energia elettrica hanno registrato un marcato rialzo, incidendo sui costi di produzione delle imprese della meccanica.

Nel comparto è in corso un marcato processo di selezione delle imprese. All’interno di un quadro critico del settore, il Rapporto Meccanica 2025 di Confartigianato evidenzia alcuni significativi segnali positivi relativi al miglioramento delle attese sugli ordini, la tenuta e la crescita della produzione in settori con elevata presenza di imprese artigiane, il proseguimento della riduzione tassi da parte della BCE, la crescita congiunturale degli investimenti in macchinari e impianti nell’ultimo trimestre del 2024 dopo quattro trimestri consecutivi di calo, una complessiva resilienza dell’occupazione, il calo degli infortuni nell’artigianato, la crescita della qualità intrinseca delle esportazioni di beni strumentali, con un calo della produzione che si trasmette solo in parte sulla riduzione del valore aggiunto.

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