Esteri

Comunità ebraica di Manchester sotto shock per l'attacco nel giorno dello Yom Kippur

Redazione
 
Comunità ebraica di Manchester sotto shock per l'attacco nel giorno dello Yom Kippur

La comunità israelita di Manchester è ancora sotto shock per l'attacco compiuto contro una sinagoga nel giorno più sacro del calendario ebraico, lo Yom Kippur, costato la vita a due fedeli, mentre l'autore dell'attacco. Jihad al-Shamie, di 35 anni, è stato ucciso dalla polizia. L'attacco è stato accaduto nei pressi della sinagoga della congregazione ebraica di Heaton Park.

Comunità ebraica di Manchester sotto shock per l'attacco nel giorno dello Yom Kippur

Solo questa mattina le autorità hanno confermato ufficialmente l'identità delle due vittime, due uomini, Adrian Daulby, 53 anni, e Melvin Cravitz, 66 anni.
Gli ebrei costituiscono una piccola minoranza della popolazione del Regno Unito: poco meno di 300.000 persone residenti in Inghilterra e Galles si sono identificate come ebree secondo l'ultimo censimento del 2021.
Ma la comunità si sente sempre più presa di mira: il numero di episodi antisemiti è aumentato negli ultimi dieci anni e ha raggiunto nuovi livelli record lo scorso anno, secondo il Community Security Trust (CST), un ente di beneficenza che monitora gli incidenti e protegge gli ebrei britannici dal terrorismo e dall'antisemitismo.

Mentre la maggior parte degli ebrei britannici vive a Londra, Manchester ospita la seconda comunità ebraica più grande del Paese, con circa 30.000 persone. La maggior parte vive nella periferia nord, dove appunto è avvenuto l'attacco di giovedì. Crumpsall, dove risiedono molte famiglie ebraiche, il senso comunitario è molto forte.

Una comunità molto unita di quelle in cui un panificio locale permette alle persone di entrare dopo l'orario di chiusura, prendere ciò di cui hanno bisogno e si fidano del fatto che lascino i soldi. Dove un amico o un parente non è mai troppo lontano ed è sempre felice di aiutare.

Ma, dicono i rappresentanti delle comunità israelite del Regno Unito, sebbene sia stato scioccante, l'attacco non è stato inatteso. Gli ebrei britannici da tempo temevano una cosa del genere, La maggior parte delle sinagoghe, delle scuole ebraiche e dei centri culturali della zona impiegano da tempo guardie di sicurezza. Molti membri della comunità si offrono volontari per proteggere i siti.

Il capo della polizia della Greater Manchester, Stephen Watson, ha elogiato la risposta della comunità e del personale addetto alla sicurezza all'attacco, affermando che il loro "coraggio immediato" ha impedito all'aggressore di accedere alla sinagoga, salvando probabilmente delle vite.

Tra gli ebrei britannici serpeggio un atteggiamento apparentemente controverso. Se è vero che molti contestano il governo laburista per la recente decisione di riconoscere lo Stato palestinese, considerato un "premio per il terrorismo", pochi pensano di lasciare il Paese, scartando l'idea di trasferirsi in Israele. Perché, dice uno degli esponenti della comunità israelita di Manchester, ''penso che Israele abbia bisogno della diaspora tanto quanto la diaspora ha bisogno di Israele, perché se non ci fosse la diaspora, non ci sarebbe nessuno a sostenere Israele dall'esterno. Non possiamo semplicemente scappare tutti in Israele".

La sinagoga di Heaton Park si trova un po' distante dal cuore della comunità ebraica. Mentre la zona a poche strade di distanza è quasi esclusivamente ebraica ortodossa, le immediate vicinanze della sinagoga sono miste, con ebrei che vivono accanto a musulmani e cristiani. A fare da corollario al clima che si respira a Manchester c'è la solidarietà e la vicinanza espresse dalla comunità musulmana, sottolineando il dialogo che esiste da tempo tra rabbini ed imam.

Come conferma il fatto che, tra le guardie di sicurezza che presidiano i luoghi di preghiera e di rappresentanza degli ebrei, ce ne siano di musulmani. Uno dei loro, alla CNN, ha detto: ''Chiunque uccida persone innocenti è un cattivo. Che sia un musulmano o chiunque altro".

Yom Kippur è il giorno in cui anche le persone meno osservanti si sentono in dovere di recarsi in sinagoga e di astenersi dall'uso della tecnologia. Molti hanno trascorso la giornata digiunando e pregando, con funzioni religiose che si sono svolte ininterrottamente per tutto il giorno nelle numerose sinagoghe della zona.

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