Ambiente & Sostenibilità

Clima estremo, l’Italia sotto pressione: nel 2025, 376 eventi meteo gravi e danni per miliardi

Redazione
 
Clima estremo, l’Italia sotto pressione: nel 2025, 376 eventi meteo gravi e danni per miliardi
Il 2025 si chiude come uno degli anni più critici sul fronte climatico per l’Italia. A certificarlo è il Bilancio 2025 dell’Osservatorio Città Clima, realizzato da Legambiente in collaborazione con il Gruppo Unipol, che consegna l’immagine di un Paese sempre più esposto agli effetti dei cambiamenti climatici. Secondo il report, nel corso dell’anno si sono verificati 376 eventi meteorologici estremi che hanno causato danni a edifici, infrastrutture e attività produttive, il secondo valore più alto dell’ultimo decennio, superato solo dal picco del 2023, e in crescita del 5,9% rispetto al 2024.

Clima estremo, l’Italia sotto pressione: nel 2025, 376 eventi meteo gravi e danni per miliardi

Il dato conferma un trend ormai strutturale. Alluvioni, frane, ondate di calore e siccità non rappresentano più emergenze episodiche, ma una condizione ricorrente con impatti economici e sociali sempre più rilevanti. Nel dettaglio, nel 2025 si sono registrati 139 allagamenti da piogge intense, 86 episodi di danni da vento, 37 esondazioni fluviali, 33 frane legate a precipitazioni violente e 31 eventi di grandinate. Particolarmente significativo l’aumento dei fenomeni legati al caldo, i casi di temperature record sono cresciuti del 94,1% rispetto all’anno precedente, mentre le frane da piogge intense segnano un +42,4% e i danni da vento un +28,3%.

La mappa del rischio mostra una distribuzione geografica ampia e trasversale.
A livello regionale, le aree più colpite risultano Lombardia, Sicilia e Toscana, mentre tra le province spicca Genova, con 16 eventi estremi in un solo anno, seguita da Messina e Torino (12), Firenze e Treviso (11). Anche grandi centri urbani come Milano, Palermo e Roma rientrano stabilmente tra le città più esposte, segno di una vulnerabilità crescente delle aree densamente popolate.

Il Bilancio 2025 richiama inoltre l’attenzione sulle conseguenze sanitarie ed economiche del riscaldamento globale. Le ondate di calore che hanno interessato l’Europa durante l’estate hanno avuto un impatto particolarmente pesante anche in Italia, contribuendo a un aumento significativo della mortalità nelle fasce più anziane della popolazione. Sul piano economico, uno studio citato nel rapporto stima che i danni causati nel 2025 da caldo estremo, siccità e alluvioni ammontino a 11,9 miliardi di euro, con una proiezione che potrebbe portare il conto a 34,2 miliardi entro il 2029 se non verranno rafforzate le politiche di prevenzione e adattamento.

Accanto agli eventi estremi, il report segnala come la siccità prolungata continui a colpire vaste aree del Paese, in particolare la Sardegna, la Sicilia e la Puglia, mettendo in difficoltà l’agricoltura, gli allevamenti e l’approvvigionamento idrico. In diversi territori si è reso necessario ricorrere a misure straordinarie, dalle irrigazioni di soccorso alla richiesta di stato di calamità naturale.

Secondo l’Osservatorio Città Clima, è sempre più urgente il passaggio dalla gestione dell’emergenza a una strategia strutturale di adattamento. Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, approvato a fine 2023, rappresenta uno strumento chiave, ma la sua attuazione procede a rilento, tra ritardi nella governance e assenza di risorse dedicate. Senza un coordinamento efficace tra Stato, Regioni ed enti locali, avverte Legambiente, il rischio è che il costo umano ed economico degli eventi estremi continui a crescere.

Il 2025, con i suoi numeri record, segna dunque un punto di non ritorno. Il cambiamento climatico non è più una proiezione futura, ma una realtà quotidiana che impone scelte rapide e strutturali. L’adattamento del territorio, la messa in sicurezza delle infrastrutture e una pianificazione urbana più resiliente diventano condizioni indispensabili non solo per la tutela dell’ambiente, ma per la tenuta economica e sociale del Paese.
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