FOTO: Keerthana Kunnath
Per decenni, l’idea di femminilità è stata associata a immagini di delicatezza, grazia e fragilità. Dai romanzi rosa alle serie televisive, le donne sono state dipinte come creature da proteggere, sempre pronte a incarnare lo stereotipo della perfezione docile. Questa narrazione, radicata in culture diverse, ma spesso convergente negli stessi cliché, persiste, seppur in minor misura ed in diversa maniera, anche nell’era moderna.
In India, in particolare, la femminilità è storicamente vincolata da standard che enfatizzano una carnagione chiara, capelli lunghi e una corporatura snella, spesso per rispondere a stereotipi di "criteri" matrimoniali imposti da una società patriarcale. In questo contesto, l'immagine della donna forte, muscolosa e autonoma diventa una rottura rivoluzionaria con il passato.
La forza come rinascita: le culturiste del Kerala che riscrivono le regole
Ecco perché in un mondo ancora intriso di stereotipi e aspettative restrittive sulla femminilità, il progetto fotografico di Keerthana Kunnath, intitolato “Not What You Saw”, emerge come un potente simbolo di rinascita e sfida alle convenzioni. Con il suo obiettivo, Kunnath ha catturato un gruppo di donne culturiste nel Kerala, una regione dell’India meridionale, celebrando la loro forza fisica e il loro coraggio di sfidare i dettami della società.
Nata a Calicut, nel Kerala, e residente a Londra, Keerthana Kunnath si è avvicinata all’idea di documentare il bodybuilding femminile quasi per caso. In un momento di stasi creativa, la sua curiosità si è rivolta al Kalari, un’antica arte marziale indiana originaria dell’XI secolo.
Durante la sua ricerca, Kunnath ha scoperto Arathy Krishna, una culturista trentenne, e si è imbattuta in una comunità di donne che, attraverso lo sport, stavano riscrivendo le regole della femminilità. Questo incontro è stato il punto di partenza per "Not What You Saw", una serie di ritratti che celebra il potere fisico e spirituale delle donne. Le immagini di Kunnath, ambientate nei paesaggi idilliaci del Kerala, ritraggono le culturiste in pose eroiche e cariche di significato. Tra onde spumeggianti, fronde di palma e scogliere rocciose, le donne mostrano con fierezza i loro muscoli, indossando abiti che uniscono forza e grazia.
Lontano dalla rappresentazione ipersessualizzata spesso associata al bodybuilding, queste foto offrono una visione autentica della forza femminile. Ogni scatto è una dichiarazione: la femminilità può essere tanto fisica quanto emotiva, tanto muscolare quanto delicata. In un Paese come l’India, dove le donne muscolose sono una rarità, il bodybuilding rappresenta una sfida ai dettami tradizionali. Nonostante il crescente numero di atlete che partecipano a competizioni professionistiche, le culturiste affrontano spesso critiche e pressioni sociali.
Kunnath ha raccontato come molte delle sue protagoniste abbiano dovuto lottare contro i pregiudizi delle loro famiglie e della comunità. Commenti come “Perché permetti a tua figlia di mostrare il suo corpo?” sono comuni, riflettendo un atteggiamento che considera ancora il corpo femminile come oggetto di controllo sociale.
Una delle protagoniste, Bhumika Kumar, è un esempio lampante di questa lotta. Ventiduenne di Kochi, Bhumika è oggi una medaglia d’oro in competizioni locali come Miss Kerala e Miss Ernakulam. Tuttavia, il suo percorso non è stato semplice. Cresciuta in un ambiente che le impediva di praticare sport, ha scoperto la passione per il fitness solo da adulta, dopo aver lottato con la sua famiglia per iscriversi in palestra. “Non riuscivo a smettere di pensare di salire sul palco,” ha raccontato, aggiungendo che la sua trasformazione fisica le ha permesso di realizzare un sogno a lungo negato. Sandra AS, un’altra protagonista della serie, ha dedicato quattro anni della sua vita al bodybuilding e ora allena altre aspiranti culturiste. Come Bhumika, anche lei ha dovuto affrontare la pressione sociale e l’incomprensione della sua famiglia. Nonostante ciò, Sandra crede fermamente nella sua missione: dimostrare che le donne possono eccellere anche in spazi tradizionalmente dominati dagli uomini. Per Sandra, ogni vittoria personale è una dichiarazione collettiva di resilienza e forza.
“Not What You Saw” non è solo una celebrazione della forza fisica; è una dichiarazione di rinascita. Le donne ritratte da Kunnath dimostrano che la femminilità non è confinata in uno standard univoco. Attraverso il bodybuilding, queste atlete reclamano il diritto di occupare spazio, sfidando una società che spesso le invita a rimpicciolirsi, a essere invisibili. La loro storia è un promemoria che il corpo femminile, lungi dall'essere una semplice forma da ammirare, è un veicolo di potere, forza e identità. “Sono ragazze estremamente muscolose, forti e sicure di sé, ma hanno ancora questa morbidezza,” ha detto Kunnath alla CNN. La loro forza non è intimidatoria; è ispiratrice. Attraverso le loro storie, emerge un potente messaggio: il corpo femminile non esiste per soddisfare lo sguardo maschile o per conformarsi a standard imposti. Esiste per essere vissuto, rafforzato e celebrato. Una rinascita che non è solo fisica, ma anche psicologica: è un rifiuto dei limiti imposti dalla società.
Nella creazione della serie, Kunnath si è ispirata all’iconografia delle dee indiane, figure che incarnano forza, bellezza e compassione. Lavorando con uno stilista locale, ha scelto abiti che unissero modernità e tradizione, evitando gli stereotipi del bodybuilding. I tessuti fluidi e i colori pastello conferiscono ai ritratti un’aura di serenità e potere.
Ogni immagine diventa così una rappresentazione moderna delle dee che Kunnath ammirava da bambina: simboli di forza, resistenza e grazia. Questo approccio visivo rende omaggio alle donne come simbolo di risveglio delle coscienze, un tema che risuona profondamente in una società ancora lacerata da disuguaglianze di genere. Nel contesto indiano, dove il tasso di femminicidi resta tra i più alti al mondo, iniziative come quella di Kunnath sono fondamentali per smantellare gli atteggiamenti dannosi verso le donne. Le sfide affrontate dalle culturiste del Kerala riflettono un panorama più ampio di discriminazione e stereotipi che molte atlete devono affrontare a livello globale. Dai pregiudizi contro le donne muscolose alle accuse ingiustificate contro atlete come Imane Khelif, il mondo dello sport resta un terreno di battaglia per l’uguaglianza di genere. Tuttavia, come dimostrano le donne ritratte in “Not What You Saw”, la resistenza è possibile.
Con il suo progetto, Keerthana Kunnath non solo celebra la forza delle donne, ma invita a ripensare il concetto di femminilità. In un mondo che cerca di confinare le donne in ruoli prestabiliti, queste culturiste mostrano che la rinascita è una scelta, un atto di coraggio e una dichiarazione di libertà. E in questa rinascita, c’è una bellezza che il mondo non può ignorare. Con ogni muscolo teso e ogni scatto, queste donne ci ricordano che il vero potere risiede nell’accettazione di sé, nella resilienza e nella capacità di riscrivere le proprie regole.