Nel mese di marzo, la produzione industriale italiana mostra un segnale debole ma positivo, registrando un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente. Lo comunica l’Istat nel suo consueto aggiornamento mensile, sottolineando come si tratti di una crescita contenuta, ma significativa in un contesto economico ancora incerto.
Istat: lieve aumento della produzione industriale a marzo
Più incoraggiante la dinamica trimestrale: nel periodo gennaio-marzo, la produzione è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, segnando il primo incremento congiunturale dal secondo trimestre del 2022. Guardando nel dettaglio i comparti industriali, l’indice destagionalizzato evidenzia a marzo una performance positiva per i beni strumentali, che avanzano del 2,2%, e per i beni intermedi, in crescita dell’1,1%.
Di contro, segnano il passo i beni di consumo, che calano dell’1,3%, e soprattutto l’energia, in flessione dell’1,9%. Il quadro si fa più fosco se si analizzano i dati su base annua, depurati dagli effetti di calendario: l’indice generale della produzione industriale segna a marzo una diminuzione dell’1,8% rispetto allo stesso mese del 2024, che aveva lo stesso numero di giorni lavorativi (21). La dinamica negativa riguarda la maggior parte dei settori, con la sola eccezione dell’energia, in aumento del 4,5%.
Tra i principali raggruppamenti industriali, i beni strumentali registrano un calo tendenziale del 2,7%, seguiti dai beni di consumo (-2,9%) e dai beni intermedi (-1,7%). Il comparto energetico si conferma come unico motore positivo, in netta controtendenza. Analizzando le singole attività economiche, i settori che mostrano le migliori performance rispetto a un anno fa sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria, in crescita del 12,2%, la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+5,1%) e le altre industrie manifatturiere (+2,0%).
D’altra parte, le flessioni più marcate si osservano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, in caduta libera con un -17,2%, nelle industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori (-12,0%) e nella fabbricazione di mezzi di trasporto, che perde l’8,3% rispetto a marzo 2024. Nel commento che accompagna la nota statistica, l’Istat sottolinea come la lieve ripresa su base mensile segni un’inversione di tendenza rispetto ai trimestri precedenti, ma evidenzia anche che la contrazione su base annua dell’indice corretto per il calendario prosegue in maniera diffusa. La dinamica negativa, infatti, interessa quasi tutti i principali raggruppamenti industriali, con l’unica eccezione rappresentata dal comparto energetico.
Il direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, ha così commentato: "Il marginalissimo miglioramento rilevato dalla produzione industriale nel mese di marzo conferma il permanere di difficoltà nel manifatturiero. Anche il ritorno, dopo quasi tre anni, ad una variazione congiunturale positiva nel confronto trimestrale difficilmente può essere letta come il segnale di un’inversione di tendenza, in quanto è imputabile al recupero di gennaio a cui sono seguiti due mesi non favorevoli". "A preoccupare - ha osservato Bella - è soprattutto il negativo andamento della produzione di beni di consumo che, al netto di qualche sporadico miglioramento per i durevoli, è in progressiva diminuzione e si colloca ai minimi delle serie storiche. Elemento che conferma le difficoltà della domanda delle famiglie ad avviarsi su quel percorso di crescita necessario per garantire uno sviluppo nel 2025 prossimo allo 0,8%".