L'esercito israeliano sta radendo al suolo le rovine rimanenti della città di Rafah, sul confine meridionale della Striscia di Gaza: è questa la denuncia dei cittadini che dicono di temere che sia parte di un piano per confinare la popolazione in un enorme accampamento su un terreno arido.
Israele sta radendo al suolo le rovine di Rafah, lo denunciano i residenti
Israele ha rilanciato la sua campagna di terra a metà marzo e da allora ha sequestrato ampie aree e ordinato ai residenti di lasciare quelle che definisce "zone cuscinetto" ai margini di Gaza, tra cui l'intera Rafah, che costituisce circa il 20 per cento della Striscia.
L'emittente pubblica israeliana Kan ha riferito sabato che l'esercito stava allestendo una nuova "zona umanitaria" a Rafah, dove i civili sarebbero stati trasferiti dopo i controlli di sicurezza per tenere lontani i combattenti di Hamas.
Gli aiuti sarebbero stati distribuiti da aziende private.
Peraltro gli abitanti della città - che un tempo aveva 300 mila abitanti - hanno affermato che si sentivano incessanti esplosioni dalla zona ormai disabitata dove un tempo sorgeva Rafah.
"Le esplosioni non cessano mai, giorno e notte. Ogni volta che la terra trema, sappiamo che stanno distruggendo altre case a Rafah. Rafah non c'è più", ha detto un uomo di Gaza City sfollato a Deir Al-Balah, più a nord.
Israele, che ha imposto il blocco totale su Gaza il 2 marzo, afferma che nelle sei settimane precedenti la tregua sono arrivati rifornimenti sufficienti per non ritenere che la popolazione sia a rischio. Afferma di non poter permettere l'ingresso di cibo o medicine perché i combattenti di Hamas ne approfitterebbero.
Le agenzie delle Nazioni Unite affermano che gli abitanti di Gaza sono sull'orlo della fame e delle malattie di massa, con condizioni mai viste prima dall'inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, quando i combattenti di Hamas attaccarono le comunità israeliane.