Esteri

Israele: la mannaia di Netanyahu si abbatte sul quotidiano Haaretz, critico con il governo

Redazione
 
Si stringe la morsa di Benjamin Netanyahu sulle voci critiche al suo operato. Ieri il governo israeliano ha votato all'unanimità una serie di sanzioni nei confronti di Haaretz, il più antico quotidiano del Paese, Haaretz, accusandolo di una copertura ''critica'' della guerra e di avere, nei commenti del suo editore, chiesto misure contro alti funzionari governativi.
Haaretz, ritenuto a livello internazionale come il più importante ed autorevole quotidiano israeliano, ha fornito una copertura critica della guerra, comprese le indagini sugli abusi presumibilmente commessi dalle Forze di difesa israeliane le operazioni a Gaza e nel vicino Libano.

La proposta, avanzata dal ministro delle comunicazioni Shlomo Kar'i, porrà fine alla pubblicità governativa sui giornali e cancellerà tutti gli abbonamenti per i dipendenti statali e per i dipendenti delle aziende statali.
In una dichiarazione rilasciata dopo il voto, Kar'i ha scritto: "Non dobbiamo permettere che si verifichi una realtà in cui l'editore di un quotidiano ufficiale dello Stato di Israele chiederà l'imposizione di sanzioni contro di esso e sosterrà i nemici dello Stato nel mezzo di una guerra e sarà finanziato da esso, mentre gli organismi internazionali stanno minando la legittimità dello Stato di Israele, il suo diritto all'autodifesa e stanno di fatto imponendo sanzioni contro di esso e i suoi leader".

Amos Schocken, l'editore del quotidiano, è stato criticato per aver fatto riferimento ai "combattenti per la libertà" palestinesi durante un discorso durante un evento organizzato dal quotidiano a Londra il 27 ottobre, per poi rettificare questa affermazione. In un editoriale Haaretz ha affermato che Schocken si riferiva ai ''palestinesi che vivono sotto occupazione e oppressione in Cisgiordania''. Nel discorso Schocken aveva anche chiesto sanzioni internazionali contro i leader israeliani come unico modo per costringere il governo a cambiare rotta.

“In un certo senso, ciò che sta accadendo ora nei territori occupati e in parte di Gaza è una seconda Nakba -
aveva affermato - . Deve essere istituito uno Stato palestinese e l’unico modo per ottenerlo, penso, è applicare sanzioni contro Israele, contro i leader che si oppongono e contro i coloni''.
Haaretz ha criticato duramente la decisione del governo, definendola "un altro passo nel percorso di Netanyahu per smantellare la democrazia israeliana".

"Come i suoi amici Putin, Erdogan e Orbán, Netanyahu sta cercando di mettere a tacere un giornale critico e indipendente", si legge nella dichiarazione di Haaretz, che ha precisato che ''non si tirerà indietro e non si trasformerà in un opuscolo governativo che pubblica messaggi approvati dal governo e dal suo leader".
La proposta di sanzioni nei confronti dell'autorevole quotidiano non era nell'agenda della riunione di governo di ieri, tanto che, secondo Haaretz, l'ufficio del procuratore generale, ignaro dell'intenzione di portare la proposta al voto, non l'ha esaminata e non ha presentato il suo parere, come di consueto. La risoluzione, secondo il quotidiano, è stata presentata ai ministri durante la discussione senza alcun parere legale.
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