Esteri
L'Irlanda al voto, in un clima politico reso incerto dal ritorno del Sinn Féin
Redazione
Oggi gli irlandesi vanno al voto per elezioni generali dall'esito incerto, con gli elettori chiamati a scegliere se continuare ad accordare la loro fiducia alla coalizione di centro-destra che ha guidato il Paese o quella di sinistra, che ha come punto di riferimento il Sinn Féin, l'ex ala politica dell'IRA, tornato prepotentemente sulla scena politica.
Secondo i sondaggi, i tre principali partiti - tutti intorno al 20% - si contendono il primato in un testa a testa incerto sino alla fine: il Fine Gael, guidato dal taoiseach - il primo ministro - Simon Harris; il Fianna Fáil, guidato dall'ex primo ministro Micheál Martin, alleati; il Sinn Féin che si aggirano tutti intorno al 20% dei voti.
I temi sui quali i partiti hanno incentrato la campagna elettorale, senza mostrare marcate differenze, sono stati pressoché gli stessi: crisi dell'edilizia abitativa; costo della vita e, in misura minore, immigrazione.
Fine Gael sostiene che un governo Sinn Féin rappresenterebbe un rischio economico di fronte al secondo mandato presidenziale di Donald Trump. Le minacce di Trump di tariffe sulle esportazioni UE e la promessa di rimpatriare i posti di lavoro sono viste come un pericolo importante per l'Irlanda.
Anche Martin del Fianna Fáil, uno dei leader politici più esperti d' Irlanda , ha promosso la stabilità economica, dichiarando agli elettori che tra le sue priorità rientrano anche l'edilizia abitativa e l'assistenza.
Il parlamento irlandese - il Dáil - si compone di 88 seggi. Nelle precedenti elezioni nessuna formazione ha ottenuto più di 38 seggi, rendendo quindi necessaria la ricerca di un accordo di coalizione.
Fianna Fáil e Fine Gael hanno escluso ogni collaborazione con Sinn Féin, sperando di escluderlo dal potere per altri cinque anni.
Da parte sua, nell'ultimo giorno di campagna elettorale, la leader dello Sinn Féin, Mary Lou McDonald, ha per la prima volta dichiarato la disponibilità a parlare con i partiti di sinistra, i socialdemocratici, il partito laburista e il gruppo People Before Profit, per formare una coalizione se fossero emersi i numeri giusti alla chiusura delle urne.
"Abbiamo iniziato con i due grandi, i due partiti istituzionali - ha detto McDonald riferendosi a Fianna Fáil e Fine Gael - dando per scontato che avrebbero fatto centro, dando per scontato che sarebbero semplicemente tornati a passo di valzer negli edifici governativi. Non abbiamo mai pensato che sarebbe successo. Chiedo alla gente di uscire e votare per questo, non solo per lo Sinn Féin, ma anche per cambiare il governo". H
Gli indipendenti potrebbero emergere come decisori politici, come fecero negli anni '80 e '90, e i sondaggi suggeriscono che potrebbero ottenere anche loro una quota del 20% dei voti.
Il Partito Verde, terzo partito del governo uscente con 12 seggi al Dáil, dovrebbe perdere seggi, ma spera di essere coinvolto in una coalizione. La stessa speranza che nutrono i Socialdemocratici e i Laburisti, entrambi con sei seggi nel parlamento uscente.