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Intrigue: benvenuti nell’era dello slow social

Redazione
 
Intrigue: benvenuti nell’era dello slow social

Nel mondo vorticoso dei social network, dove tutto corre a velocità supersonica e il valore di un’interazione si misura in secondi, c’è chi ha deciso di premere il freno. E non per nostalgia, ma per visione. Intrigue App nasce proprio così: come un atto di ribellione gentile contro l’incomunicabilità travestita da iperconnessione.

Intrigue: benvenuti nell’era dello slow social

Un nuovo social network che ha l’ambizione, tutt’altro che timida, di restituire tempo e significato al gesto – oggi quasi rivoluzionario – di comunicare. Dietro l’idea, c’è Walter Mazzucchelli, mente creativa e voce narrante di un progetto che si colloca agli antipodi rispetto ai colossi del settore. “Parliamo di slow social, slow time, slow life”, spiega con convinzione. “Intrigue nasce da un sogno: riportare al centro le relazioni vere, ridare dignità al tempo condiviso e responsabilità alla comunicazione”.

Ma cosa rende Intrigue così diverso dagli altri social? Il suo funzionamento è tanto semplice quanto disarmante nella sua originalità. Ogni messaggio si costruisce attorno a una parola e un’immagine. Quest’ultima viene scomposta in un puzzle: solo chi lo risolve potrà accedere al contenuto testuale. Una trovata creativa che trasforma ogni scambio in un piccolo rito d’attenzione, un invito a soffermarsi, a decifrare, a capire.

È un dialogo esclusivo”, sottolinea Mazzucchelli. “Solo chi riceve il messaggio e lo ‘guadagna’ può leggerlo. E solo allora si apre uno spazio intimo tra due persone”. In un’epoca in cui la velocità è spesso sinonimo di superficialità, Intrigue si propone come un esercizio di lentezza. Una lentezza scelta, non subita. “Sappiamo benissimo di andare in controtendenza. Tutti corrono. Noi facciamo l’opposto”, afferma il fondatore. “Ma è proprio questo il momento per cambiare rotta. Serve un nuovo paradigma, uno che metta al centro la qualità delle relazioni”.

La filosofia slow si espande anche oltre la sfera relazionale grazie a Intrigue EDU, la sezione educativa dell’app che porta la lentezza anche nel mondo della conoscenza. Ogni giorno, l’utente riceve una “pillola di cultura”: un’immagine legata a un fatto curioso – che sia arte, cinema, architettura o sport – trasformata anch’essa in un puzzle. Solo risolvendolo si potrà scoprire la curiosità nascosta. Un modo brillante e giocoso per apprendere senza sentirsi a scuola. Esempi? “Lo sapevi che Van Gogh dipinse La notte stellata durante un ricovero psichiatrico?” oppure “Dentro la Tour Eiffel c’è un appartamento segreto?”: domande che stimolano, incuriosiscono, e possono essere condivise tra amici, creando reti di conoscenza affettuose e leggere. “Con EDU vogliamo rendere la cultura un piacere quotidiano, alla portata di tutti”, racconta Mazzucchelli. “Non serve un’ora libera, bastano due minuti e un po’ di voglia di scoprire”.

 Tra le funzioni più intriganti, non poteva mancare Mystery, modalità che aggiunge un tocco ludico e seduttivo all’esperienza. Il messaggio, in questo caso, è anonimo: il mittente può scegliere un nome fittizio e lasciare che il destinatario indovini chi si cela dietro l’enigma. Anche qui, tutto passa attraverso un puzzle, come un filtro magico che separa l’impulso dal gesto. E solo chi risolve può scoprire – se il mittente lo consente – l’identità di chi scrive. Un gioco psicologico che rievoca i bigliettini segreti passati di mano sotto al banco, le lettere senza firma, il mistero delle parole sussurrate e mai urlate. Ideale per flirtare, certo, ma anche per sorprendere un amico o creare un momento di connessione autentica e inattesa. E una volta scoperta l’identità, si può ricominciare da capo, con nuovi travestimenti e nuove sorprese.

Con una proiezione di 5,42 miliardi di utenti attivi sui social nel mondo entro il 2025, Intrigue non è solo un’utopia poetica. È una risposta concreta a un bisogno reale. Secondo una proiezione della società di ricerca Gartner, entro il 2025 i social tradizionali potrebbero perdere fino al 50% degli utenti attivi. Il bisogno di autenticità, oggi, non è più una nicchia: è una richiesta sempre più diffusa, soprattutto tra le nuove generazioni. “Studi recenti ci mostrano che questo modello basato sulla velocità non funziona più. Sta diventando controproducente”, osserva Mazzucchelli. “Noi non vogliamo combattere i social. Vogliamo solo usarli in un modo più umano”. E così Intrigue si propone come un rifugio digitale, un luogo dove tornare a respirare, dove ogni messaggio ha il sapore di una cartolina da ricomporre con calma. Dove la tecnologia non è un rumore di fondo ma uno strumento di connessione vera. “Crediamo nel piacere comunicativo, nel piacere emozionale, nel piacere psicologico”, aggiunge Mazzucchelli. “Tutto questo tra due persone, one to one. Ecco cosa vogliamo: che si torni a ragionare”.

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