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Imprese industriali chiedono chiarezza sulla Tari: no a doppia tassazione su superfici produttive

Redazione
 
Imprese industriali chiedono chiarezza sulla Tari: no a doppia tassazione su superfici produttive
Le imprese industriali tornano a sollecitare il legislatore affinché metta ordine nell’applicazione della Tassa sui rifiuti (Tari), impedendo lo scatenarsi di contenziosi tra Comuni e aziende. Lo fanno attraverso un’audizione di rilievo davanti alla Commissione Finanze della Camera dei deputati, dove hanno espresso forte apprezzamento per la proposta di legge presentata dalla parlamentare Laura Cavandoli, finalizzata a fornire un’interpretazione autentica della normativa.

Imprese industriali chiedono chiarezza sulla Tari: no a doppia tassazione su superfici produttive

Secondo l’attuale disciplina, la Tari è dovuta solo per le superfici suscettibili di produrre rifiuti urbani, mentre quelle in cui si generano rifiuti speciali, il cui smaltimento è a carico diretto dei produttori, sono esplicitamente escluse. Alcuni Comuni però continuano a richiedere alle imprese il pagamento della quota fissa della Tari sull’intera superficie degli stabilimenti, incluse le zone produttive e i magazzini funzionali. Questo comporta, secondo l’associazione industriale, una prassi “di dubbia legittimità” che può trasformare la Tari “da tassa sui rifiuti urbani a una nuova imposta patrimoniale”, duplicando di fatto l’IMU e generando una doppia imposizione sul medesimo presupposto giuridico.

In audizione, Confindustria ha sottolineato che le imprese già versano la Tari per le aree non produttive di rifiuti speciali (come uffici, mense, spogliatoi), mentre sostengono direttamente i costi di trattamento dei rifiuti derivanti dai processi produttivi stessi. L’approvazione della proposta di legge, rilevano gli industriali, non implicherebbe problemi di finanza comunale, ma permetterebbe di restituire un extragettito non dovuto dalle imprese secondo la normativa attuale.

Richiamando il principio europeo “chi inquina paga”, Confindustria evidenzia che il costo dello smaltimento deve essere proporzionato alla quantità e alla natura dei rifiuti prodotti. Ogni interpretazione estensiva dell’ambito di applicazione della Tari, ammonisce l’associazione, rischia di violare i principi costituzionali di capacità contributiva e proporzionalità, oltre che la normativa comunitaria.

L’Italia, ricordano gli industriali, è già un’eccellenza europea in termini di produttività delle risorse e tassi di riciclo.
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