L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di agosto, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 142 mila nuovi posti di lavoro, dato inferiore alle attese del consensus (+160k nuovi impieghi), ma ben superiore alle cifre del mese precedente (+89k dato rivisto). Il tasso di disoccupazione si attesta al 4,2% (aspettative al 4,2%).
Riviste fortemente al ribasso le cifre dei mesi scorsi (-86 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di giugno è stato rivisto al ribasso di 61 mila unità a +118k, quello di luglio al ribasso di 25 mila a +99k.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,7%. I salari medi salgono dello 0,4% m/m (consensus +0,3%, mese precedente +0,3%). I salari sono saliti del 3,8% a/a (consensus +3,7%, mese precedente al +3,6% a/a).
Dati molto deboli a causa delle revisioni al ribasso dei mesi precedenti. Tuttavia, i salari salgono più del previsto
Le cifre sul mercato del lavoro di agosto hanno evidenziato numeri deludenti per il mese appena trascorso, inferiori rispetto alle attese. Ben peggio hanno fatto i mesi precedenti. Con le forti revisioni al ribasso dei mesi precedenti, la media della creazione di posti di lavoro negli ultimi 6 mesi scende notevolmente. A rendere il report sul lavoro USA più complesso da valutare per gli investitori è l’inaspettato rialzo dei salari dei lavoratori che potrebbe creare qualche dubbio ai banchieri centrali.
A nostro avviso, i numeri sono da interpretare come segnali di debolezza per il mercato del lavoro che potrebbero spingere la Fed a pensare anche ad un taglio di 50 bps nel prossimo meeting del FOMC il 18 settembre. Al momento il mercato sconta una probabilità di un taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione della commissione operativa della FED vicina al 100%, mentre le chance tra un taglio di 25 bps o di 50bps sono le stesse di un lancio di una monetina (50%).
Rimaniamo della view che il prossimo taglio possa essere di soli 25 bps e solamente un debole dato sull’inflazione della settimana prossima potrebbe convincere i membri del FOMC a procedere con una riduzione del denaro più aggressiva (50 bps).