Più la metà dalla popolazione di Haiti soffrirà la fame fino a giugno e oltre ottomila persone, che vivono in alloggi di fortuna, moriranno per la mancanza di cibo. E' il drammatico messaggio lanciato dall'analisi dell'Integrated Food Security Phase Classification, un'iniziativa multi-partner delle Nazioni Unite che analizza l'insicurezza alimentare e la malnutrizione in tutto il mondo, la causa sarebbe la violenza incessante delle gang e il continuo collasso economico.
Haiti: il Paese alla fame, la metà della popolazione non ha cibo
Ad Haiti il il numero di persone che soffrono la fame grave è aumentato di oltre 300.000 unità rispetto all'anno scorso, arrivando a circa 5,7 milioni.
Mentre cibo e acqua potabile venivano comunemente distribuiti nei rifugi, gli aiuti hanno iniziato a diminuire dopo che l'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ha deciso, a fine febbraio, di rescindere il 90% dei contratti di aiuti esteri dell'USAID.
"Da marzo 2025, i finanziamenti non sono più garantiti", si legge nel rapporto pubblicato, in cui si afferma che da agosto 2024 a febbraio 2025, circa 977.000 haitiani hanno ricevuto ogni mese aiuti alimentari umanitari, sebbene le razioni siano state ridotte fino alla metà.
Ieri l'UNICEF ha dichiarato che circa 2,85 milioni di bambini, ovvero un quarto dell'intera popolazione infantile di Haiti, "stanno affrontando livelli costantemente elevati di insicurezza alimentare".
L'agenzia delle Nazioni Unite ha avvertito di trovarsi ad affrontare un deficit di finanziamento del 70%. Ha affermato di aver aiutato quest'anno oltre 4.600 bambini affetti da malnutrizione acuta grave, che rappresenta solo il 4% dei 129.000 bambini che si stima necessiteranno di cure salvavita quest'anno.
Nel frattempo, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha dichiarato di aver urgente bisogno di 53,7 milioni di dollari per "continuare le sue operazioni salvavita ad Haiti nei prossimi sei mesi".
"In questo momento stiamo lottando solo per resistere alla fame", ha affermato giovedì in una dichiarazione Wanja Kaaria, direttrice del WFP ad Haiti.
Secondo un precedente rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification, nel 2014 solo il 2% della popolazione di Haiti soffriva di insicurezza alimentare, la violenza delle gang era ampiamente sotto controllo e la maggior parte delle persone godeva dei buoni raccolti primaverili dell'anno precedente.
A quei tempi la fame colpiva soprattutto le persone che vivevano nelle zone rurali povere.
Ma nel 2016, l'uragano Matthew si è abbattuto su Haiti come tempesta di categoria 4, distruggendo raccolti e mezzi di sussistenza.
Nel 2018, più di 386.000 haitiani soffrivano la fame grave; da allora, il numero è salito a circa 5,7 milioni.
La crescente fame coincide con un'impennata dei prezzi dei beni, con un'inflazione che negli ultimi mesi ha superato il 30%. Gli esperti attribuiscono la colpa anche alla violenza delle gang, con uomini armati che controllano le strade principali che portano dentro e fuori la capitale, Port-au-Prince , ostacolando il trasporto delle merci dalle campagne.
Le donne e le ragazze sono state colpite in modo sproporzionato dalla crisi, incontrando maggiori ostacoli nell'accesso sia al cibo sia ai mezzi di sussistenza.