Brutto inizio dell'anno per gli automobilisti italiani, con i prezzi alla pompa in evidente crescita e, soprattutto, viste le perturbazioni del mercato energetico internazionale, con la prospettiva che la parabola ascendente non si fermi tanto presto.
Come sempre, come consumatori italiani, paghiamo, oltre il giusto, quel che accade altrove.
Questa volta, a determinare l'impennata dei prezzi dei carburanti, sono le nuove sanzioni decise dagli Stati Uniti per colpire i canali ''irregolari'' usati dalla Russia per aggirare i divieti che hanno colpito la sua industria estrattiva dopo l'invasione dell'Ucraina.
Cosa può fare il governo davanti all'aumento dei costi dei carburanti?
I maggiori costi alla pompa sono quindi conseguenza anche degli aumenti determinati dalla ''sete'' dei grandi Paesi consumatori di energia, della quale noi siamo, sia pure indirettamente, vittime.
Quindi, con i prezzi del greggio che sono tornati ai livelli dell'estate dello scorso anno, i display che indicano quanti litri mettiamo nel serbatoio e il costo corrispettivo allargano la loro forbice.
Ci sono soluzioni a questo problema?
Certo, come nella quali totalità dei problemi che riguardano decisioni da parte di qualcuno. E questo qualcuno, secondo le regole e la saggezza, sta seduto sulle poltrone di quelli che comandano, seppure bisogna riconoscere la forte incidenza, in questa vicenda, dei fattori esterni. Cioè, se i prezzi crescono sui mercati internazionali (come nel caso del greggio), i Paesi consumatori ne pagano in proporzione le conseguenze. Ma, verrebbe da dire, c'è modo e modo, e l'apparente silenzio dai Palazzi del potere induce a qualche timore.
Diciamola tutta: da un governo che, in un paio dei suoi azionisti di riferimento, ha fatto almeno un paio di campagne elettorali al grido ''Dagli alle accise'' ci si aspettava di più. Ma poco o nulla è arrivato, se non alcune sfuggenti risposte a chi chiedeva i perché della mancata applicazione dei tagli alle accise che erano stati strombazzati. O, se proprio non si può o non si vuole usare il machete sulle accise, non c'è in assoluto qualcos'altro a cui pensare per alleviare il quotidiano salasso cui si sottopongono gli automobilisti?
La cosa che appare di tutta evidenza è che, ogni qual volta sullo scenario internazionale si manifestano eventi perturbatori del quadro economico precedente, il nostro Paese appare impreparato.
Sempre pronto a sfruttare le contingenze favorevoli, quando c'è da trovare soluzioni in tempi brevi appare imbambolato, privo di quella capacità di reazione che invece dovrebbe manifestare e di cui qualcuno si fa comunque vanto.
Oggi paghiamo le sanzioni alle società russe che aggirano i divieti, domani pagheremo altro.
Non è una considerazione, ma solo un'evidenza. Il Paese, noi tutti, ha bisogno di segnali di una forte risposta, che magari non si traduca nell'ormai stucchevole ''è colpa d'altri''.