Attualità
Giustizia: i lavori socialmente utili? Un buffetto per il condannato
Redazione
Talvolta i percorsi della Giustizia sono imperscrutabili per il cittadino, per l'uomo qualunque che legge quel che scrivono i giornali, sente quel che dicono le televisioni, limitandosi ad assentire, spesso non capendo per l'astrusità del linguaggio e per la materia che esso vorrebbe spiegare.
Lo diciamo guardando all'ennesima applicazione di una delle forme della cosiddetta giustizia alternativa, quella che, basandosi sulle evidenze di un processo, ma anche sulla sensibilità del singolo magistrato che giudica, può decidere che l'imputato, ritenuto colpevole, può non essere mandato in galera, ma accedere ad una forma meno afflittiva. Come i lavori socialmente utili, definizione abbastanza oscura, ma che alla fine, di sicuro, è un'autostrada per il condannato per evitare il carcere.
Giustizia: i lavori socialmente utili? Un buffetto per il condannato
Capiamo che il legislatore, in questo modo, ha voluto dare al condannato (che, anche se è brutto dirlo, ha un profilo sociale diverso da delinquente abituale) una duplice chance: restare fuori da una cella e, quindi, pur se sottoposto all'obbligo di svolgere una attività non retribuita, di restare nel ''circuito'' esterno, di non vedere tagliati i rapporti con il suo mondo, posto che ci sono mille modi per evitare divieti e prescrizioni. E accada quel che può accadere.
Tutto il nostro ragionamento verte dalla notizia che il giudice delle udienze preliminari di Roma ha condannato Tommaso Verdini, ''figlio di'', ''fratello di'', ''cognato di'', a due anni e nove mesi, previo patteggiamento e concedendo quindi di potere scontare le pena non in carcere, ma con 1800 ore di lavori socialmente utili (gli è andata un po' peggio rispetto all'ex presidente della Giunta regionale della Liguria, condannato a 1500 ore di lavori utili alla comunità).
Ora, al netto che non ci interessa chi sia Tommaso Verdini, quel che ha fatto (per costargli la condanna) e quel che farà per scontarla, dobbiamo chiederci se decisioni come quella presa dal Gup di Roma possano svolgere, tra le tante, anche la funzione di esempio, per fare capire alla gente a cosa si va incontro se si violano le leggi.
Ma, facendo due conti, non è che sentenze come quella nei confronti (o a favore, decidete voi) di Verdini abbiano questo grande effetto deterrente. Perché le accuse formulate nei confronti del rampollo di Denis Verdini (che ora rischia il processo anche lui) sono quelle di avere, in virtù della rete delle sue amicizie, favorito delle aziende che avevano in essere delle pratiche relative ad appalti Anas e avrebbero tentato di farlo non rispettando le regole, ma utilizzando la rete di relazioni amicali dei Verdini.
Per sintetizzare, Tommaso Verdini, secondo l'accusa, era un facilitatore: aiutava, evidentemente in cambio di qualcosa, le aziende, evidentemente danneggiandone altre.
Un sistema che in Italia, purtroppo, non è un unicum e che non deve essere confuso con quello dei lobbisti, che fanno pressioni più o meno discrete sui decisori per magnificare le doti della società che rappresentano. Nel caso di Verdini si sarebbe trattato di cosa diversa, ma su cui non ci soffermiamo oltre.
Quello sul quale invece si dovrebbe riflettere è su come la giustizia alternativa venga applicata, trattandosi di una misura che, seppure punisce il condannato, gli lascia aperta la porta verso la rieducazione. Ma se si tratta di reati compiuti grazie ai contatti, alle relazioni, a quel sistema di collegamenti che solo lo stare libero può consentire e agevolare, che senso ha ''premiare'' lasciandolo nelle condizioni di proseguire nelle sua attività, sempre che lo voglia?
Quando si parla di appalti da centinaia di milioni di euro (ma anche di poche decine) è chiaro che si sottintende che la torta da spartire è grossa e grassa.
Quindi, ci chiediamo, cosa sono 1800 ore di lavori socialmente utili (che, pensando ad una media di sei ore al giorno, si traducono in 300 giorni, contro una condanna a complessivi oltre 900: un affarone!!) a fronte di qualche manciata di denari da incassare?