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Giustizia: il sovraffollamento delle carceri? Colpa di chi arresta, parola del ministro Nordio

Redazione
 
Giustizia: il sovraffollamento delle carceri? Colpa di chi arresta, parola del ministro Nordio

Ammettiamolo: questi nostri politici non finiscono mai di meravigliarci. E sarebbe bellissimo se lo facessero sorprendendoci per cose positive. Purtroppo non è così, e non lo diciamo attingendo al tradizionale baule dell'italiano medio, quello che se piove è colpa di un governo ladro.
La controprova viene spesso dalle analisi che, dei guai di casa nostra, vengono fatte da coloro che per definizione dovrebbero essere i ''primi inter pares'', della società, i parlamentari o i ministri, cioè i migliori.

Giustizia: il sovraffollamento delle carceri? Colpa di chi arresta, parola del ministro Nordio

Oggi la nostra attenzione si appunta su Carlo Nordio che è parlamentare e anche ministro, oltre a essere stato - lui lo ricorda spesso, per sottolineare quanto sia padrone della materia - magistrato inquirente.
Il guardasigilli, intervenendo al senato, durante un question time, ha spiegato non solo ai presenti, ma all'intero panorama di chi si occupa di carceri (magistrati, forze dell'ordine, gente comune, detenuti e le loro famiglie), che il sovraffollamento dei nostri istituti di pena non è perché chi delinque deve essere arrestato, ma perché c'è qualcuno che lo decide.

Una affermazione che sembra scontata (c'é chi arresta e chi viene arrestato), ma che questo argomento venga usato dal Guardasigilli come uno scaricabarile da parte del governo rispetto alla irrisolta questione delle carceri che scoppiano (che Giorgia Meloni ha ereditato, come almeno gli ultimi quindici presidenti del consiglio), oltre ad avere condizioni spesso sotto la soglia dell'umanità, è una cosa che sorprende, ma negativamente, perché qualche volta ci si aspetta che chi sta in cima alla piramide si faccia carico degli oneri o, almeno, offra soluzioni o si proponga di farlo.

Anche di recente Nordio ha fatto delle dichiarazioni che spesso sembrano disancorate dalla realtà e dalla cronaca. Quindi sorprende, ma sino ad un certo punto, che, mentre si piangeva la sorte di Sara, la studentessa universitaria siciliana sgozzata a Messina da un suo collega conterraneo (quindi: italiani tutti, in questo dramma), Nordio abbia detto che ''alcune etnie non hanno la nostra sensibilità verso le donne''.

Una asserzione che è sembrata fuor di luogo, considerato che, in ogni caso, quando un uomo uccide una donna perde il diritto ad essere catalogato antropologicamente ed etnicamente, essendo solo un assassino.

Forse dovremmo abituarci alle cose che dice Nordio, eppure non sempre ci riusciamo. Come quando ha appunto detto che ''se aumenta il numero dei carcerati non è colpa del Governo, ma di chi commette dei reati e della magistratura che li mette in prigione. Anche perché non mi risulta che siano stati imprigionati in base a nuove leggi promulgate da questo Parlamento'', replicando a chi ricorda che l'esecutivo ha introdotto quasi 50 nuovi reati e altri arriveranno con il decreto Sicurezza.

Per il guardasigilli, quindi, la situazione non riguarda il governo, se non tangenzialmente, ma il sistema. Che può anche essere una chiave di lettura, che però sembra considerare quasi con distacco la realtà dei fatti che, come riferisce l'associazione Antigone, dice che la popolazione carceraria al 16 dicembre dello scorso anno ammontava a 62.153 unità, quando la capienza massima degli istituti di reclusione e pena è di circa 47.000 posti, con un tasso di sovraffollamento del 132,6%.
Sovraffollamento che incide anche sul numero elevato di suicidi in carcere, che nel 2024 sono stati 91.

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