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Francia: il narcotraffico dietro gli attacchi alle carceri

Redazione
 
Francia: il narcotraffico dietro gli attacchi alle carceri

L'ufficio nazionale antiterrorismo francese ha avviato un'indagine su un'ondata di attacchi apparentemente coordinati in diverse prigioni del Paese, alla base dei quali si ritiene ci sia la reazione dei trafficanti di droga alla dura campagna di repressione attuata da magistratura e forze di polizia.

Francia sotto attacco: le carceri nel mirino dei narcotrafficanti

Martedì mattina, uomini armati con armi automatiche hanno aperto il fuoco all'ingresso del carcere di Tolone, nel sud della Francia; negli ultimi giorni, invece, sono state date alle fiamme delle auto all'esterno di altre quattro carceri e a Marsiglia è stato attaccato un edificio residenziale che ospitava le guardie carcerarie.

Gli attacchi si sono verificati mentre il parlamento francese si prepara ad approvare una nuova legge che accresce i poteri della polizia nelle indagini sugli spacciatori di droga, inasprendo le condizioni carcerarie per i trafficanti condannati e creando una nuova procura responsabile delle indagini sulla criminalità organizzata.

L'impennata delle importazioni di cocaina dal Sud America all'Europa ha scatenato la violenza legata alla droga in Francia, dove i sequestri di droga hanno raggiunto livelli storicamente elevati, afferma la polizia. Le bande di narcotrafficanti, tradizionalmente basate in città come Marsiglia, si sono espanse in centri regionali più piccoli, non abituati alla violenza legata alla droga.

Il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, si è dichiarato determinato a impedire ai boss della droga di operare da dietro le sbarre e ha ordinato la costruzione di due nuove carceri di massima sicurezza, che ospiteranno oltre 700 detenuti.

"Sono stati fatti tentativi di intimidire il personale in diverse carceri, dall'incendio di veicoli all'uso di armi automatiche. La Repubblica francese sta affrontando il problema del traffico di droga e sta adottando misure che smantelleranno massicciamente le reti criminali", ha scritto Darmanin su X, aggiungendo ''La Repubblica si trova ad affrontare il narcotraffico e sta adottando misure che sconvolgeranno profondamente le reti criminali. È sfidata e sarà ferma e coraggiosa".

Anche le carceri di Marsiglia, Aix-en-Provence, Valence, Nîmes, Luynes, Villepinte e Nanterre sono state prese di mira. I sindacati del personale hanno dichiarato che veicoli bruciati sono stati trovati nei parcheggi delle carceri per diversi giorni, in vista di quella che sembra essere stata l'aggressione coordinata di lunedì sera. Auto sono state anche date alle fiamme all'esterno della Scuola Nazionale di Amministrazione Penitenziaria.

La risposta dello Stato: nuove leggi, supercarceri e poteri rafforzati

La legge all'esame del parlamento francese consentirebbe alle carceri di tenere in isolamento gli spacciatori condannati, privandoli delle passeggiate collettive e dell'accesso alle unità di vita familiare, intercettando i loro telefoni e limitando le chiamate. Darmanin ha anche proposto di conferire al ministro della Giustizia il potere di decidere se gli ordini di isolamento – che attualmente devono essere rinnovati ogni tre mesi – possano essere applicati fino a quattro anni, e non solo ai narcotrafficanti condannati, ma anche a coloro che sono in attesa di processo.

Terrorismo o crimine organizzato? Indaga la Procura Antiterrorismo

La nomina della Procura Nazionale Antiterrorismo (PNAT) a sovrintendere alle indagini, in contrapposizione all'Unità per la Criminalità Organizzata, suggerisce che la polizia ritenga che gli attacchi possano essere opera di un gruppo militante. La PNAT ha dichiarato che collaborerà con l'agenzia di intelligence interna del Paese.

Il ministro degli Interni, Bruno Retailleau, ha dichiarato che gli attacchi sono "inaccettabili" e ha ordinato una maggiore protezione delle carceri e del personale da parte della polizia.
A febbraio, mentre annunciava sequestri record di cocaina pari a 47 tonnellate nei primi 11 mesi dell'anno scorso, più del doppio di quelli sequestrati nel 2023, Retailleau ha affermato che la Francia era stata colpita da uno "tsunami bianco" che aveva riscritto le regole del panorama criminale.

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