La mossa di Francois Bayrou, di chiedere un voto di fiducia sul controverso piano per fare fronte all'altissimo debito pubblico, ha colto di sorpresa la politica francese che ora, al di là delle prime reazioni avverse e scontate di alcuni partiti (Rn, France Insoumise, Verdi e socialisti9, riflette su quali possano essere gli scenari futuri, posto che il tempo per evitare il tracollo economico si restringe giorno dopo giorno.
Francia: la scommessa di Bayrou ha spiazzato la politica
Bayrou, chiedendo il voto di fiducia, sembra avere voluto portare la questione fuori dai palazzi della politica, per rendere l'opinione pubblica consapevole della assoluta necessità che passi il suo piano di austerità da 44 miliardi di euro. E lo sta facendo - insieme ai suoi ministri - con una offensiva mediatica, tra dichiarazioni, interventi su You Tube ed interviste, per cercare di attirare l'attenzione della gente sulla gravità della situazione e, quindi, dell'ineluttabilità di dovere ricorrere a misure estreme.
Se, per Bayrou, il voto di fiducia deve essere un via libera alla sua linea per correggere le finanze pubbliche, per i partiti di opposizione la mossa è un referendum sulla sua conferma a Primo Ministro.
Quindi, come commenta oggi Le Monde, ''il Primo Ministro ha cercato di riprendere il controllo costringendo tutti ad assumersi le proprie responsabilità. Partendo dal presupposto che, in assenza di un consenso di base sulla gravità della situazione e sulla necessità di affrontarla con urgenza, la Francia non sarà in grado di uscire dalla sua situazione di stallo finanziario''.
Quando, il 15 luglio, Bayrou aveva annunciato il suo piano per tagliare di quasi 44 miliardi di euro il bilancio 2026 per ridurre il deficit, la reazione della politica e anche della gente era stata forte e probabilmente inattesa da parte del primo ministro.
''Questo 'momento della verità', concepito per mobilitare l'opinione pubblica e creare uno shock, ha prodotto - commenta ancor Le Monde - esattamente l'effetto opposto. Misure particolarmente impopolari – come l'eliminazione di due giorni festivi e il congelamento di pensioni, sussidi minimi di assistenza sociale e scaglioni fiscali – hanno diviso il Paese. Incapace di convincere l'opinione pubblica che i sacrifici sarebbero stati equamente ripartiti, il Primo Ministro ha dovuto affrontare un'ondata di risentimento''.
La stessa minaccia di France Insoumise, partito radicale di sinistra, di presentare una mozione di sfiducia, alla ripresa dell'attività del Parlamento, ha spinto il Rassemblement National a fare lo stesso, con l'annuncio di una manifestazione di protesta, per il 10 settembre, indetta per paralizzare il Paese.
Quindi, davanti a Bayrou, sono rimaste due sole opzioni politiche: ''Lasciare che il dibattito sul bilancio, già partito male, facesse il suo corso, con un'alta probabilità di un voto di sfiducia. Oppure poteva rischiare tutto, separando la necessità di un piano di austerità dai dettagli della sua attuazione, nella speranza di chiarire la situazione''.
''Questa scommessa ad alto rischio, che gli consente di rimanere fedele al suo messaggio di serietà fiscale, che lo accompagna da tempo, assomiglia - chiosa Le Monde - a quella intrapresa da Emmanuel Macron quando sciolse l'Assemblea Nazionale poco più di un anno fa''.
Ma, se il governo dovesse cadere, all'esito del voto di fiducia, il quadro da incerto e fosco sarebbe realmente drammatico. Perché, senza un piano di bilancio credibile in vista e sotto la crescente pressione dei mercati finanziar, gli avvertimenti di Bayrou sarebbero stati vani.