Esteri
Francia verso il ballottaggio con un sicuro perdente: le finanze pubbliche
Redazione
La Francia corre verso il ballottaggio, dopo che il primo turno delle elezioni hanno registrato la solida vittoria del Rassemblement National, che guarda ormai con fiducia ad una probabile ''presa del potere'', sempre che la sinistra e il partito di Macron non si ritrovino uniti in un patto di desistenza per fronteggiare i candidati della destra estrema. Ma già oggi, sebbene ci sia incertezza su chi vincerà, c'è un sicuro perdente, l'equilibrio finanziario della Francia, peraltro da tempo nel mirino, oltre che dei ''guardiani'' di Bruxelles, anche di due ben più temuti avversari: le agenzie di rating e il mercato. I quali oggi guardano con timore alle tante promesse che tutti i partiti in lizza hanno fatto e che, se dovessero divenire realtà, renderebbero ancora più delicata la situazione delle finanze pubbliche.
Perché, mentre tutti i contendenti si sono spesi promettendo mare e monti, pochi - forse nessuno - ha indicato con chiarezza come i loro programmi saranno finanziai, gettando nubi oscure sul futuro del Paese, in termini di pressione fiscale e di erogazione di servizi.
Francia verso il ballottaggio con un sicuro perdente: le finanze pubbliche
Solo per citare uno dei tanti dossier che rischiano di mettere in serio pericolo l'equilibrio dei conti pubblici, basta ricordare l'impegno che il governo francese aveva preso per portare, entro il 2027, al 3% dal 5,5% del Pil di oggi il deficit di bilancio. Un tetto che oggi, come commentano molti analisti, può tranquillamente essere messo nel campo delle utopie. E non è che la proposte/promesse degli altri partiti suonino rassicuranti per le casse dello Stato. Perché, altro esempio estremamente esemplificativo del clima di queste settimane, se il partito di Marine Le Pen dovesse aggiudicarsi il secondo turno, raggiungendo la maggioranza assoluta (ipotesi affatto remota, secondo gli osservatori) , uno dei primi atti ufficiali del nuovo governo, la cui guida sarebbe attribuita a Jordan Bardella, sarebbe una taglio all'Iva sull'energia. Una promessa di grande effetto e presa sull'elettorato, che però avrebbe come conseguenza un mancato gettito per l'erario enorme. Perché, secondo le proiezioni, verrebbero a mancare sette miliardi sino alla fine dell'anno, con la prospettiva che diverrebbero dodici nel 2025. Per il Rassemblement National la sforbiciata sull'Iva per l'energia sarebbe finanziata grazie ad un taglio (da due miliardi) del contributo della Francia all'Ue. Con un piccolo e non certo trascurabile particolare, quello che dice che il bilancio pluriennale 2021-2027 è stato approvato e, come dicono le date, non da ieri.
Il partito di Marine Le Pen sembra avere le idee chiare su come intervenire per finanziare i suoi progetti. Ma, come nel caso di un prelievo sugli extra-profitti che sono stati generati, negli ultimi anni, dai gruppi del settore energetico, così come per quello del trasporto via mare, c'è una incognita che riguarda la possibile contrazione di tali guadagni. Quindi, con una evidente difficoltà a programmare ulteriori prelievi nel tempo, essendo mutate le condizioni originarie. Anche le radicali modifiche dell'età pensionabile e del calcolo della massa dei contributi e l'aumento dello stipendio per alcune categorie oggi sottopagate non sono certo a costo zero. Tutt'altro.
Non meno impattanti sulle finanze pubbliche sarebbero le proposte del Nuovo Fronte Popolare; aumento (pari al 10%) degli stipendi dei dipendenti pubblici, la fornitura gratuita di pranzi scolastici, materiale scolastico e trasporti, e un aumento (anche questo del 10%) dei sussidi per l'alloggio,. Il tutto finanziato reperendo 15 miliardi di euro da una tassa sui superprofitti. Nel ''pacchetto'' della sinistra unita anche il congelamento dei prezzi dei prodotti alimentari di base e dell’energia, aumentando al contempo il salario minimo del 14%.
Il partito di Macron si è impegnato a tagliare le bollette dell'elettricità del 15% a partire dal 2025 e ad adeguare gli aumenti delle pensioni agli aumenti dell'inflazione. Afferma che aumenterà gli stipendi del settore pubblico, ma il suo programma non specifica di quanto.
Il partito resta impegnato ad evitare ampi aumenti delle tasse e aumenterà l’importo che i genitori possono donare ai figli esentasse.