Economia
FIMAA Italia: “Serve un grande cantiere di semplificazione per ridare slancio all’edilizia e creare nuove abitazioni”
Redazione

Nel cuore dell’audizione alla VIII Commissione Ambiente della Camera, FIMAA-Italia Confcommercio porta sul tavolo del Parlamento una richiesta: avviare un vero “cantiere nazionale della semplificazione” in materia edilizia, capace di sciogliere nodi normativi che da anni rallentano compravendite, riconversioni e interventi sul patrimonio immobiliare del Paese. L’occasione è l’esame dei ddl delega per il riordino complessivo della disciplina edilizia, un appuntamento che, nelle intenzioni della Federazione, deve trasformarsi in una svolta strutturale.
FIMAA Italia: “Serve un grande cantiere di semplificazione per ridare slancio all’edilizia e creare nuove abitazioni”
Il Presidente nazionale FIMAA, Santino Taverna (in foto), ha evidenziato come oggi il settore sconti procedure lente, difficoltà di accesso agli atti edilizi e un quadro di incertezza acuito dalla sentenza 8230/2019 delle Sezioni Unite della Cassazione. Da qui la necessità di “agevolare l’accesso alla documentazione urbanistica e consentire agli acquirenti di esprimere consensi davvero consapevoli”. Una modernizzazione che, secondo Taverna, può passare anche da un futuro allineamento tra catasto ed enti locali, così da trasformare la scheda catastale in un riferimento utile non solo ai fini fiscali ma anche per la verifica della regolarità edilizia.
Al centro dell’intervento c’è la convinzione che la flessibilità nelle destinazioni d’uso sia ormai imprescindibile. La possibilità di convertire uffici, magazzini e immobili oggi inutilizzati in abitazioni o servizi, soprattutto nell’ambito dell’edilizia popolare, rappresenta, per FIMAA, una condizione necessaria per rispondere alle nuove esigenze sociali e favorire sicurezza urbana e benessere collettivo. Una visione che guarda alla rigenerazione del patrimonio, non come semplice recupero dell’esistente, ma come occasione per creare nuove unità abitative sostenibili.
Sul piano tecnico, il consulente legale Michele Pizzullo ha approfondito le proposte normative della Federazione, ricordando come la giurisprudenza del 2019 abbia generato una situazione delicata, l’atto di compravendita è valido anche in presenza di difformità urbanistiche, purché riporti un titolo edilizio esistente. Una condizione che lascia l’acquirente in uno stato di incertezza. Per superare questa criticità, FIMAA propone l’obbligo, a pena di nullità, di allegare una dichiarazione asseverata da un tecnico abilitato che certifichi lo stato legittimo dell’immobile. Un secondo punto riguarda gli immobili costruiti dopo il 30 giugno 2003 o oggetto di interventi rilevanti, in questi casi, la mancanza del permesso di costruire o della sanatoria dovrebbe rendere nullo l’atto di vendita.
Un altro pilastro della proposta riguarda la digitalizzazione degli uffici tecnici comunali, considerata indispensabile per accelerare l’accesso agli atti e ridurre i tempi delle verifiche. Una modernizzazione che, secondo FIMAA, consentirebbe di superare prassi disomogenee e inefficienze che pesano tanto sui professionisti quanto sui cittadini.
Sul fronte dell’agibilità, la Federazione insiste per una disciplina più coerente, l’obbligo di certificazione deve valere solo per gli immobili realizzati dopo il 30 giugno 2003 o per quelli oggetto di lavori che incidono sull’agibilità. Allo stesso tempo, per evitare equivoci tra venditore e acquirente, FIMAA propone di sostituire la semplice dichiarazione catastale del proprietario con una attestazione rilasciata da un tecnico, capace di evitare falsi parallelismi tra conformità catastale e conformità urbanistico-edilizia.